"Abbiamo scoperto tutto dalla televisione. Avevamo parlato con Luca e il suo compagno in settimana, erano tranquillissimi. Qualche settimana fa erano anche venuti a trovarci, nostro nipote e il suo compagno, per andare, tra le altre cose, al cimitero dai genitori. Ieri abbiamo provato a chiamare, ma il telefono squillava a vuoto". È il racconto degli zii di Luca Monaldi: uno sfogo carico di incredulità e dolore.
Una notizia appresa dallo schermo, che ha spezzato di colpo la quotidianità. Nessun segnale, nessun sospetto. Solo un silenzio improvviso, l’anticamera di una tragedia. Di un delitto efferato. Luca Monaldi era nato e cresciuto a Terontola, frazione del comune di Cortona, nell’Aretino. A Cortona i Monaldi erano un punto di riferimento: avevano un negozio di calzature e un’attività ambulante.
Mercati, fiere, bancarelle, sempre con le scarpe, sempre con Luca al fianco dei genitori ai quali era molto legato. Dopo il diploma all’istituto agrario Angiolo Vegni delle Capezzine, aveva scelto di restare vicino alla famiglia e alla loro attività. Era un volto familiare, presente, sempre educato e disponibile per quanto riservato e timido. Dopo la hiusura dell’attività, Luca aveva lasciato Terontola. Ma non aveva mai spezzato quel filo che lo legava al paese. Nel 2023 si era unito civilmente con Luca Gombi e aveva voluto condividere la notizia anche con i parenti e gli amici della sua terra d’origine. Solo poche settimane fa, i due erano tornati in visita, in punta di piedi, come era nel carattere di Luca. "Era una persona riservata, molto conosciuta", lo ricordano. Frasi che tornano, come un ritornello: riservato, gentile, onesto. Mai sopra le righe. Una persona normale, che aveva cercato solo serenità e affetto. Poi però era arrivato un terzo personaggio. Che le ha spezzate per sempre.
Luca Amodio