Teatro Comunale di Bologna: l’ultima prima al sapor di nostalgia

La prossima opera, 'La Traviata', sarà all'EuropAuditorium, poi la Fiera. Lepore: "Già fatto in altre città". Macciardi: "Sono ottimista"

Bologna, 14 novembre 2022 - Il foyer del teatro Comunale si riempie di eleganza, lustrini e strascichi per l’ultima prima. In scena il ‘Lohengrin’ di Richard Wagner, firmato da Luigi De Angelis della compagnia Fanny & Alexander e diretto dal maestro

Asher Fisch. Ma nonostante i tantissimi applausi per l’opera, nell’aria c’è rammarico. Del resto, è una prima che ha il sapore di un arrivederci: dopo le repliche (in scena fino a domenica), il trasferimento momentaneo all’EuropAuditorium per La Traviata di Verdi e poi ci sarà il trasloco in Fiera.

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Pubblico delle grandi occasioni per l'ultimo spettacolo prima dei lavori
Pubblico delle grandi occasioni per l'ultimo spettacolo prima dei lavori

"È un trasferimento indispensabile – commentano alcuni prima di entrare in sala –, ma ci dispiacerà non tornare qui per quattro anni". Sono poche le cascate di gioielli e le ostentazioni di pellicce. Ma tanta classe e il nero che dominava tra gli abiti. I più provocanti, lunghi e in pizzo. I più vistosi, in un manto di paillettes. A far tacere le poche voci di protesta contro il trasferimento è il sindaco, Matteo Lepore, in compagnia della direttrice musicale Oksana Lyniv, che ha commentato: "Penso alle grandi città come Milano e Venezia", dove il pubblico ha seguito le nuove sedi dei teatri, durante le opere di ristrutturazione, "alla fine si troveranno comodi e andrà bene questa soluzione".

Mentre Elena Di Gioia, delegata del sindaco alla Cultura, aggiunge: "C’è un tavolo di lavoro che stiamo portando avanti anche con i sindacati, è un processo complesso ma saremo all’altezza di tutte le esigenze".

Qualche dubbio lo sollevano i giovanissimi, come Francesco Incerti e Stefano Gavioli di 26 anni che, i prossimi anni, non rinnoveranno l’abbonamento. "Abbiamo scoperto il Teatro Comunale per la stagione meravigliosa di quest’anno, è un peccato aver fatto l’abbonamento e aver saputo dopo del cambio di sede", sottolineano. A rassicurare il pubblico, però, ci pensa il sovrintendente del Comunale, Fulvio Macciardi: "Io lo dico a tutti: dobbiamo essere felici di chiudere il teatro perché c’è un investimento importante, di molti milioni, per renderlo più efficiente e accogliente per il pubblico. È una trasferta che affrontiamo con molto rammarico, lasciando questo spazio, ma anche con molto ottimismo. Negli ultimi trent’anni – prosegue Macciardi – tutti i teatri storici d’Italia sono stati oggetto di importanti ristrutturazioni, noi eravamo l’ultimo".

Per la Prima sono arrivati anche i direttori dell’Orchestra Senzaspine, Matteo Parmeggiani e Tommaso Ussardi che commentano con il sorriso: "Aspettiamo la ressa all’uscita dal teatro". La speranza di Ussardi è che "il pubblico rimanga fedele alla tradizione del teatro, al di là dell’edificio storico". Mentre Parmeggiani si dice "curioso di vedere il nuovo spazio allestito". Non mancano all’ultima prima, Cecilia Matteucci, nota collezionista d’abiti d’alta moda, l’ex ministro Piero Gnudi ed elegantissima ’la salottiera’ Patrizia Finucci Gallo: "Il teatro non meritava questo degrado intorno. Dobbiamo pagare il prezzo dell’attesa con sacrifici, ma sono certa che la rivalorizzazione di questa zona sia fondamentale. Il teatro è il cuore della città e qui, per com’è ora, scompare nel degrado che c’è intorno".

Tra gli appassionati d’opera c’è anche Alessandro Alberani, direttore della logistica etica di Interporto, con la moglie, che confessa: "Mi piange il cuore nel dover andare via da qui, ma, con una piccola rinuncia, si può avere un futuro migliore per tutti. E io sono favorevole a tutto ciò che è innovazione". Dopotutto quello che per tanti è il cuore pulsante di Bologna, è anche "il teatro in muratura più antico in Italia – precisa Valentino Corvino, violinista e titolare dell’ufficio Servizi musicali per il territorio della Fondazione teatro Comunale –, è normale che abbia le sue criticità. Non è facile intervenire, per questo ci vuole molto tempo".

 

 

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