Lucio Dalla, le luminarie di Bologna vanno all’asta

L’installazione natalizia sarà venduta a scopo benefico. E la città ricorda l’artista a sette anni dalla scomparsa

Un selfie con le luminarie di Dalla sullo sfondo

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Bologna, 3 marzo 2019 - È difficile, per un bolognese, non essersi mai imbattuto in Lucio Dalla. Nel centro storico di Bologna, quello dove non si perde neanche un bambino, lo si vedeva spuntare all’improvviso, cappello in testa e pelliccia, sotto un portico o diretto alla sua via d’Azeglio. In questi giorni, a sette anni dalla scomparsa, Lucio è più presente che mai nel cuore della sua città, che ne celebra il compleanno spalancando il Teatro Comunale. Fra le vie che si snodano dietro piazza Maggiore, per bolognesi e turisti il pellegrinaggio nei luoghi-simbolo dell’artista è già iniziato, mentre la città della Musica Unesco, ormai amatissima dagli stranieri, sembra finalmente pronta a valorizzare l’immenso patrimonio artistico lasciato da Lucio. E i visitatori rispondono (“soprattutto se riusciamo a trasformare queste celebrazioni in un appuntamento fisso”, nota Celso De Scrilli, presidente di Bologna Welcome, la società di promozione turistica bolognese).

Un aneddoto su tutti. Pochi giorni fa una signora è venuta da Roma per vedere le luminarie artistiche inaugurate a Natale col testo de ‘L’anno che verrà’. Ha chiesto informazioni a un passante che, guarda un po’, era Gianni Morandi, che le ha pure consigliato cosa visitare durante la gita.

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E dunque inizia in via D’Azeglio, dove tutti i pomeriggi risuona la musica di Dalla, il viaggio sulle tracce di Lucio. Parte dall’ombra che imbraccia il sax che Mario Martinelli ha realizzato in piazza de’ Celestini. Siamo a casa del Comm. Domenico Sputo, che da inizio anno è aperta tutti i venerdì, grazie a un patto siglato fra Comune e Fondazione Dalla, che rappresenta gli eredi del musicista. E’ uno scrigno che da quell’1 marzo 2012 si è dischiuso a poco a poco, svelando fotografie di Ghirri, presepi e opere di artisti come Mimmo Paladino e Aldo Mondino. Ora c’è da sgomitare per prenotarsi, visto che il primo posto libero è il 26 aprile. In questi giorni le visite guidate sono state intensificate, ma si è arrivati al sold out. Tanti, invece, gli altri luoghi nella città di Lucio. C’è piazza Cavour, dove viveva da bambino con mamma Iole; via degli Orefici, dove brilla la stella nella strada del jazz e, in via Bocca di Lupo, ecco gli storici studi di registrazione Fonoprint. Fuori dalle mura ci sono la storica trattoria Vito, la poltrona in tribuna al Dall’Ara, dove ogni anno l’amico Tobia gli rinnova l’abbonamento al Bologna Calcio. Fino alla Certosa, dove si trova la tomba con l’inconfondibile silhouette ricavata da una foto scattata alle Tremiti.

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Ma la vera sorpresa, dalle ultime feste, è stata l’installazione luminosa di Antonio Spiezia. Sotto quel ‘Caro amico ti scrivo’ (nel 2019 ricorrono i 40 anni del brano inserito nell’album ‘Lucio Dalla’) si è perso il conto dei selfie. “Le 23 scritte resteranno accese fino al 6 marzo, poi le metteremo all’asta, verso metà aprile, in una galleria della strada: chiederemo al Comune di poterle riaccendere nei giorni precedenti per un’ultima volta – spiega il presidente del Consorzio esercenti di via d’Azeglio pedonale Simone Dionisi –. Non abbiamo ancora fissato un prezzo base, ma il ricavato sarà devoluto a scopo benefico, in ambito sanitario. Il prossimo progetto? Stiamo valutando se restare in questo ambito o fare qualcosa di totalmente diverso». C’è poco tempo, quindi, per le foto social, che stanno di nuovo spopolando – davvero tantissimi anche i tweet-ricordo nel giorno della morte, l’1 marzo –, così come era successo, nel 2016, per la panchina dell’artista Carmine Susinni, rimasta un paio di mesi nella piazzetta. “Eravamo pronti a comprarla noi: dopo avere sostenuto la spesa della diffusione delle canzoni nella via, abbiamo provveduto alle scritte luminose (con due sponsor e il patrocinio di Comune e Fondazione Dalla) – ricorda uno dei commercianti del consorzio, Stefano Donati –, ma non siamo riusciti a vincere questa battaglia con l’assessorato”. Ma un’altra panchina sta per arrivare, in piazza Cavour. Sarà un’opera diversa, commissionata da un erede ad Antonello Paladino. Su questo sta per esprimersi la Soprintendenza per capire, se nell’anno che verrà, ci sarà un nuovo Lucio da salutare. Come sempre.

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