L’uva dimenticata dei Colli nell’olimpo delle bollicine

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Giorgio Erioli, 66 anni viticultore di Valsamoggia, è il profeta dell’autoctono made in Bologna. Un titolo che si è guadagnato sul campo, prima all’Autochtona Award di Bolzano, 10 anni fa, col suo Pignoletto classico Badianum, e pochi giorni fa con la segnalazione fra i migliori spumanti metodo classico d’Italia, nella guida Slow Wine 2022, con il Salebra 2013, ‘superbolla’ ricavata dalla rifermentazione in bottiglia da uva Alionza.

"Si tratta di un’uva che è presente da secoli sui Colli bolognesi, ma che negli ultimi decenni ha rischiato di perdersi per sempre nonostante sia alla base di un vino di grande qualità e finezza", ha spiegato qualche sera fa al Tramvia di Casalecchio (nella foto) nel corso di una serata dedicata al Montuni. "Ottima anche come uva da tavola, ha il difetto di presentare acini dalla dimensione disomogenea (acinellatura) che influisce sulle rese, ma anche questo premio dimostra che se ne può ricavare un vino di grandissima qualità".

g. m.

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