
"È doloroso constatare come l’insistere sulla via senza uscita di una battaglia aerea che non fu mai combattuta impedisca...
"È doloroso constatare come l’insistere sulla via senza uscita di una battaglia aerea che non fu mai combattuta impedisca ancora una volta di sapere chi abbia ucciso mia madre e altri 80 italiani". Così Giuliana Cavazza, figlia di una vittima e presidente onoraria dell’Associazione per la Verità sul disastro aereo di Ustica, commenta la richiesta di archiviazione della procura di Roma. In realtà le richieste di archiviazione sono due, perché anche il fascicolo aperto dopo l’esposto dell’associazione presieduta da Cavazza, che sostiene la tesi della bomba, è sfociato di una richiesta di archiviazione.
"Ci siamo opposti – dice Cavazza – ma ancora non è stata fissata l’udienza davanti al gip nonostante siano passati mesi. Quello che è certo è che non ci sono prove che fu un missile, mentre ci sono tanti elementi che portano alla bomba. Ormai sono passati troppi anni, è sempre più difficile arrivare alla verità. Però ci sono tante carte desecretate e dobbiamo cercare comunque di capire cosa è successo, una verità storica prima ancora che giuridica. L’importante sarebbe mantenere toni civili".
"È curiosa la coincidenza – nota da parte sua il vicepresidente dell’Associazione, Gregory Alegi – con la presentazione del nostro dizionario storico ‘Uscire dal labirinto. Ustica dalla A alla Z’, che dà conto di tutte le ipotesi e di come abbiano retto alla verifica processuale. La teoria della quasi-collisione, con l’ala del DC-9 rotta da un caccia passatogli vicino, cadde quando si dimostrò che i calcoli presentati erano sbagliati".
"È ora di finirla con la tesi fantasiosa del duello aereo – afferma l’ex ministro Carlo Giovanardi –, è ormai acclarato dalle perizie che fu una bomba ad abbattere il Dc9. Non sempre i magistrati hanno la verità in tasca. Noi li conosciamo tutti gli aerei che erano in volo quel giorno, il resto sono solo fantasie. Il ritardo dell’aereo? La mia tesi è la bomba che dovesse scoppiare sulla pista dell’aeroporto, doveva essere un avvertimento. Io sono stato chiamato da Palazzo Chigi, sotto il governo Conte, e mi hanno intimato silenzio in merito agli atti desecretati di cui avevo preso visione. Perché? La verità è che la tesi di Daria Bonfietti è che, come ai tempi di Tortora, i generali sono stati ritenuti colpevoli solo perché rinviati a giudizio. Ma poi al processo sono stati assolti con formula piena".
"La rinuncia della procura della Repubblica di Roma a proseguire sulla strada della battaglia aerea e l’ennesima conferma della inconsistenza della pista che è stata privilegiata da quarant’anni", è il commento del generale Leonardo Tricarico, in servizio allo Stato Maggiore dell’Aeronautica Militare all’epoca dei fatti.
g. d.