Machete, coltelli e investimenti Al Pilastro è guerra tra spacciatori

Martedì sera di caos tra via Pirandello e via Salgari: la polizia ha arrestato sei persone, altrettanti i feriti

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Non c’è pace all’ombra del Virgolone. Stavolta è stato uno scooter dato alle fiamme all’alba di lunedì la prima scintilla, sfociata nella maxi rissa (si parla di almeno 15 persone coinvolte) che l’altra sera poco prima delle 21 è scoppiata in via Pirandello. Il bilancio finale è di sei feriti, cinque investiti e un accoltellato, e sei arrestati, con le indagini che proseguono per trovare gli altri presenti. Bisogna andare per ordine, per ricostruire i fatti. Che, sia chiaro, sono scollegati dalla violenza sulla dodicenne, ma sintomatici della tensione, sempre più alta, che si respira al Pilastro. Lunedì viene ritrovato in via Piandello lo scooter bruciato, di fronte a un palazzo a cui è stato rotto il vetro del portone. Quello scooter è di proprietà di Mahdi Gafsi, tunisino di 32 anni. Spacciatore, ospite di uno degli appartamenti di edilizia popolare della strada. Quello sgarro è il primo segnale.

C’è qualcosa che non va tra le bande di pusher nordafricani e sinti. Cosa, lo sta appurando adesso la Squadra mobile, intervenuta assieme alle Volanti martedì sera. Sono le 21 quando iniziano ad arrivare decine di chiamate al 113 che parlano di una violenta rissa in via Pirandello. Quando gli equipaggi - almeno cinque volanti più Mobile e Scientifica - arrivano, molti sono scappati. Ma a terra c’è Nourdinne Ech-Echekhe, marocchino di 28 anni. Ha una grossa ferita da taglio al braccio, viene portato al pronto soccorso e ricucito (15 giorni di prognosi). Gli agenti gli fanno domande, le tracce dell’avvenuta rissa sono tutte intorno. Viene medicato e poi arrestato (l’avvocato è Elisa Cocchi). Poco dopo, un’altra chiamata arriva da via Salgari. Qui i feriti sono cinque, tutti tunisini: a terra ci sono Yossfi Wesleti, di 20 anni, Ahmed Tablauch, di 18, Kelih Gait, di 19, un loro amico diciassettenne (tutti irregolari con precedenti) e poi il proprietario dello scooter, Gafsi. I cinque, difesi da Luciano Bertoluzza e Filomena Chiarelli, raccontano di essere stati travolti da una Dacia Duster. A bordo, un sinti di 33 anni, Daygoro Tanfoglio, gravato da una sorveglianza speciale. Con lui un altro uomo, straniero, fuggito via. La Dacia finisce contro un albero, Daygoro prova ad andarsene sulla sua Punto nera. Viene bloccato dai poliziotti. Vicino l’auto, viene recuperato un machete. Un altro, gli agenti lo trovano al parco Pasolini, assieme a un coltello sporco di sangue. Quella ricostruita, con fatica vista la reticenza dei protagonisti, è un’aggressione legata a fatti di spaccio, sgarri non digeriti, culminata con il doppio assalto. Tutti i feriti (escluso il minorenne, denunciato) vengono arrestati per rissa aggravata, compreso Tanfoglio, che doveva essere a casa sua, con il divieto di uscire di notte. Ora sta alla polizia ricostruire le alleanze tra pilastrini, dipanare la matassa dei vecchi rancori, e capire dove nasce. E dove, ancora, porterà.

Nicoletta Tempera

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