"Mafie albanesi e nigeriane dietro lo spaccio"

Le criminalità organizzate straniere si contendono le piazze con i fornitori italiani. Il capo della Squadra mobile Pititto: "E ci guadagnano tutti"

Migration

di Nicoletta Tempera

Una media di un arresto per spaccio al giorno, con la città divisa per etnie di pusher. E dietro, la lunga mano della criminalità organizzata. Italiana, ma anche albanese e nigeriana. È questo il quadro criminale della droga bolognese, mappato dal dirigente della Squadra mobile Roberto Pititto. Che, prima di tutto, fa un distinguo. "Noi lavoriamo, in accordo costante con la Procura, su due fronti: le attività a breve e medio termine e le indagini a più ampio respiro, che richiedono molto più tempo. Il contrasto allo spaccio su strada fa parte delle prime e, risultati della IV Sezione alla mano, la panemia non ha minimamente intaccato il settore".

Non c’è stato quindi un calo della vendita al dettaglio su strada in questi mesi?

"Vista la mole di arresti - solo questa settimana ne contiamo sette - direi di no. Certo, gli spacciatori si sono fatti più accorti, spesso consegnano direttamente a casa degli acquirenti la droga. Ma il mercato c’è ed è fiorente più che mai".

Ed è anche ‘diviso’ territorialmente in base alla sostanza.

"Possiamo dire, a grandi linee, che in Bolognina i marocchini hanno in mano lo spaccio di cocaina e hashish. A San Donato invece i tunisini vendono eroina e coca, mentre i marocchini coca e hashish. Tunisini e algerini si spartiscono poi piazza Verdi, per quel che riguarda eroina e cocaina, mentre i centrafricani si occupano della marijuana. Alla Barca lo spaccio è in mano a italiani e albanesi, al Pilastro a italiani e tunisini. Qui vanno coca e hashish".

In questo caso parliamo dei cavalli. Ma al livello superiore, chi c’è?

"La criminalità organizzata italiana certamente, ma qui è molto forte anche la presenza degli albanesi, che hanno grande disponibilità di cocaina, e anche dei nigeriani. Bologna è un crocevia interessante per lo spaccio, qui l’attività non manca".

E convivono tutti in pace?

"Il mercato a Bologna è talmente proficuo che c’è davvero spazio per tutti, motivo per cui non servono ‘guerre’. Tutti quanti ci guadagnano. Basti pensare che una dose di coca, in strada, costa sui 50-60 euro. E spesso, quella presa dai pusher di piazza è anche di scarsa qualità, ancora più rischiosa per la salute".

Cocaina che, a detta di più esperti, ha ormai sbaragliato tutte le altre sostanze sul fronte gradimento: corrisponde al vero?

"I sequestri parlano chiaro: la cocaina è la droga più in voga in città. Ne abbiamo sequestrata tantissima. E quella che troviamo, malgrado l’impegno costante, è solo la punta di un iceberg che dimostra quanto diffuso sia il consumo di questa sostanza. Ce ne è talmente tanta a disposizione, che al di là degli spacciatori ‘professionisti’ anche insospettabili, con la disponibilità di un piccolo gruzzolo, si buttano su questo business".

Chi non è del settore come si procura la materia prima?

"Col passaparola. E pure su internet, dove trovando i canali ‘giusti’ si compra e vende di tutto. Per questo, oltre alla repressione, per vincere la guerra alla droga è necessario un profondo lavoro di sensibilizzazione, di educazione. Bisogna spiegare tutto il male che c’è dietro. E quello che produce".

è arrivato su WhatsApp

Per ricevere le notizie selezionate dalla redazione in modo semplice e sicuro