Mafie, la procuratrice di Bologna Musti: “Silenzio e menefreghismo fanno più danni della armi”

La reggente della Procura generale di Bologna ha analizzato il fenomeno in occasione della Giornata nazionale della memoria e dell'impegno in ricordo delle vittime innocenti delle mafi e

La Pg reggente di Bologna Lucia Musti

La Pg reggente di Bologna Lucia Musti

Bologna, 24 marzo 2023 – "Guai a sottovalutare la presenza delle mafie nelle regioni del Nord, dicendo che 'la mafia non è cosa nostra' e uso questo gioco di parole volutamente". Questo il messaggio della reggente della Procura generale di Bologna, Lucia Musti, lanciato durante la seduta solenne del Consiglio comunale dedicata alla Giornata nazionale della memoria e dell'impegno in ricordo delle vittime innocenti delle mafie.

"I cittadini emiliano-romagnoli non devono percepire la presenza mafiosa come qualcosa di lontano", ma essere ben consapevoli del fatto che proprio l'Emilia-Romagna "è la prova provata di un dato importante che caratterizza le mafie e cioè che sono parte della società, e non “a parte”". Una consapevolezza che "deve caratterizzare anche l'operato degli amministratori pubblici, perché menefreghismo, silenzio, sottovalutazione e pressapochismo fanno più danni delle armi".

Non solo, la procuratrice generale reggente aggiunge: "A celebrazioni e commemorazioni, devono seguire condotte conseguenti, perché le mafie prevarranno sullo Stato finché se ne occuperanno solo magistratura e forze dell'ordine".

Ricostruendo la presenza mafiosa, in particolare della 'ndrangheta, nel Nord Italia, e soprattutto nel 'triangolo industriale' formato da Emilia-Romagna, Lombardia e Veneto, Musti parla di "mafia 4.0 che ha trasformato la violenza in ricchezza".

Mentre un tempo "le mafie si inserivano solo nei mercati illegali come droga, prostituzione e traffico di esseri umani, ora hanno aggiunto servizi legali, come lo smaltimento dei rifiuti o di amianto e la ricostruzione post-sisma".

In sostanza, spiega, ora la 'ndrangheta si pone come "una società di servizi e si inserisce anche in contesti pubblici: penso, ad esempio, al fenomeno dei mafiosi alla direzione di società pubbliche come le Ausl, che qui ancora non si è verificato, ma che deve comunque spingerci a tenere alta l'attenzione".  

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