Magazzino Amazon bloccato dallo sciopero

I lavoratori della logistica hanno protestato a Crespellano per le condizioni di lavoro e le retribuzioni nel colosso dell’e-commerce

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Sciopero con blocco dell’ingresso al magazzino ieri mattina alla sede Amazon di Crespellano, dove a incrociare le braccia sono stati i lavoratori della logistica, ovvero i corrieri appartenenti alle cinque aziende che per conto del gigante dell’e-commerce effettuano le consegne tra Bologna, Modena e la Romagna.

Fin dalle prime ore del mattino la via 2 agosto 1980 e tutte le vie intorno erano sature di decine di furgoni e relativi autisti. Molti di essi hanno aderito allo sciopero mentre altri già verso le 10,30 premevano per ritirare le merci da consegnare. Il blocco però è durato, come previsto, fino al primo pomeriggio e fino ad allora è stato un succedersi di slogan, musica, bandiere, fumogeni, fischietti e canzoni di lotta, con volantinaggio verso i pochi mezzi che con qualche difficoltà sono riusciti a raggiungere gli ingressi delle altre aziende che affacciano sulla strada comunale. A distanza discreta, schierati anche i carabinieri del battaglione e quelli della stazione di Crespellano, mentre il servizio alla viabilità è stata svolta dagli agenti della polizia locale. La giornata di sciopero è stata indetta a livello nazionale da Cgil, Cisl e Uil. Al centro della protesta, la più importante da quando è stato aperto questo magazzino, le condizioni di lavoro dei lavoratori della logistica: magazzinieri e corrieri, che dall’inizio della pandemia hanno registrato un aumento notevole dei ritmi di consegna senza ottenere, sostengono, corrispettivi negli stipendi e neppure nelle garanzie sul piano delle condizioni di lavoro, con ritmi massacranti e il rischio di perdere l’ingaggio in caso di fallimento delle imprese della logistica.

"Nulla da perdere, tutto da guadagnare", è uno dei tanti slogan coniati per l’occasione dai giovani e giovanissimi autisti, ai quali ogni mattina viene assegnata una tabella di marcia governata e controllata in via telematica che comprende anche 120 o 150 ‘stop’, ovvero consegne ai destinatari finali del pacco. "I volumi di prodotti distribuiti sono raddoppiati, così come il carico di lavoro per i dipendenti. Mentre gli stipendi sono rimasti miseramente bassi e le condizioni di lavoro sono drasticamente peggiorate. Algoritmi, controllo a distanza, palmari scandiscono tempi e ritmi della giornata con pesanti conseguenze sulla salute – racconta Emanuele, rappresentante sindacale della sede di Crespellano –. Solo la nostra coesione nella lotta può portare a risultati positivi per le condizioni di vita", aggiunge prima di snocciolare i punti della trattativa sul tema dell’orario di lavoro, sulle regole certe in caso di appalto e subappalto e l’obiettivo di abolire il precariato.

Il sindaco di Valsamoggia Daniele Ruscigno ha avuto parole di sostegno alla lotta in corso, mentre Gianni Monte, della Cgil territoriale, ha sottolineato la necessità di tutelare il lavoro in Amazon al pari di quello delle aziende vicine. Da parte sua Amazon, in un comunicato, ribadisce che "il nostro impegno nei confronti dei nostri dipendenti non si ferma. Continueremo ad assicurarci che tutto il nostro personale sia adeguatamente protetto, monitoriamo i cambiamenti e aggiorniamo costantemente le misure preventive giorno per giorno".

Gabriele Mignardi

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