Sanremo Rock 2020, i vincitori sono i Magenta#9 dalla Bolognina

La band di Alessio Amorati ha vinto la finalissima sul palco dell’Ariston. "Sembra un sogno: e adesso vorremmo suonare in piazza dell’Unità"

La band davanti al teatro Ariston

La band davanti al teatro Ariston

Bologna, 14 settembre 2020 - La Bolognina conquista l’Ariston. E’ successo sabato sera, quando Magenta#9, band heavy metal con testi in italiano, capitanata da Alessio Amos Amorati, un metro e novanta di chitarrista e frontman – che della sua via e del civico di residenza nel quartiere alle spalle della stazione, ha fatto il nome del gruppo – ha conquistato ‘Sanremo Rock’, sbaragliando altre sette formazioni. Amorati, che di giorno fa l’ingegnere e che con gli altri componenti del gruppo (Amedeo Mongiorgi chitarra e voce, Fausto De Bellis chitarra, Michele Cavalca basso, Raffaele Marchesini batteria) si è guadagnato il soprannome de "i ceffi della Bolognina", ammette: "Stiamo tornando al nostro quartiere vittoriosi e adesso abbiamo un sogno, ovvero suonare in piazza dell’Unità".

Leggi ancheCesare Cremonini, esce il nuovo singolo Ciao. Ecco quando Amorati, quindi non mirate a piazza Maggiore come tutti i gruppi locali che trionfano ‘all’estero’? "Ma no, piazza Maggiore può attendere. Davvero ci piacerebbe poter suonare nel cuore del nostro quartiere, in questa piccola città nella città, che ospita il nostro microcosmo urbano, in quella piazza frequentata da tutte le generazioni, che è simbolo di un rione davvero unico. Ricordo che la nostra musica è per i parrucchieri, le estetiste, i tabaccai, i giornalisti, gli edicolanti, i negozianti, chiunque di questa fetta di Bologna multietnica che spesso viene denigrata". Dobbiamo dirlo al presidente di Quartiere Ara? "Io personalmente non lo conosco, ma se può servire dalle pagine del ‘Carlino’, allora facciamolo". Sabato sera avete vinto con il vostro cavallo di battaglia, quel ‘Non si può’ uscito durante il lockdown. Dallo scorso aprile è cambiato qualcosa? "Tante cose ancora non si possono fare, però è un sogno essere potuti andare a Sanremo per una settimana, passando semifinali e finalissima e vincendo. Quando ci siamo iscritti lo scorso gennaio, poteva essere una delle tante possibilità in un mondo dove i concorsi e i concerti sono scontati, si fanno, c’è il pubblico, c’è la giuria e così via... ma averlo potuto fare solo quattro mesi dopo la fine dell’isolamento, con duecento persone in sala, anche se con la mascherina, lo trovo miracoloso". Ora cosa è cambiato per voi? "Ci hanno chiamati in tanti, giornali, radio, tv. Vogliono sapere chi siamo, incuriosiamo... chi saranno mai questi ‘ceffi’? Comunque, aspettando piazza dell’Unità, giovedì prossimo, 17 settembre, suoneremo alla rassegna del Pontelungo... accorrete numerosi". E’ difficile capire chi siete? "Non è facile, perché ci sono molti gruppi, YouTube è invaso da migliaia di video, su Spotify ci sono tantissime canzoni... ma se non hai un tipo di visibilità sui grandi media, soprattutto fuori da Bologna e fuori dall’ambiente nativo, non è facile arrivare". E voi come avete fatto? "Ci siamo iscritti, abbiamo fatto le selezioni regionali a metà agosto a Montefredente, sopra Monghidoro, dove osano le aquile, lì abbiamo vinto la semifinale, siamo arrivati in finale a Sanremo e l’abbiamo vinta e poi la finalissima. Quindi posso dire che ce l’abbiamo fatta provandoci".

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