CHIARA CARAVELLI
Cronaca

Magneti Marelli e i 230 posti di lavoro a rischio, i sindacati all’attacco

Il segretario della Fiom: “Qualcuno pensa di portare via la produzione». I dipendenti: “Ci siamo sentiti presi in giro, fino a una settimana fa ci chiedevano di aumentare la produzione”

Bologna, 20 settembre 2023 – Magneti Marelli, sindacati all’attacco. Per evitare la chiusura dell’azienda di Crevalcore "faremo tutto quello che è nelle nostre disponibilità”.

“Quando dico tutto, dico tutto – dice  il segretario generale della Fiom, Michele De Palma che nel pomeriggio è arrivato davanti i cancelli dell’azienda che ha annunciato la chiusura - per sostenere la vertenza e i lavoratori”.  

Ad accoglierlo ha trovato un'ampia delegazione dei 229 lavoratori che rischiano il posto. Dopo l'assemblea del pomeriggio sono usciti dai cancelli della fabbrica in corteo, con tanto di striscioni e bandiere di Fiom, Fim e Uilm.

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 «Voi – aggiunge Di Palma rivolgendosi ai presenti - avete difeso questo stabilimento anche quando tremavano le vostre case. Invece qui c'è qualcuno che si dimentica e pensa di portare via la produzione».

La situazione secondo i sindacati potrebbe riguardare altri stabilimenti Marelli. Domani è stata

convocata l'assemblea con gli operai dello stabilimento di Sulmona: a preoccupare sono i 100 potenziali esuberi previsti nel 2024. Di fronte all'iniziativa di Marelli, di proprietà del fondo statunitense Kkr, De Palma chiede alla presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, di dire «da che parte sta».

«Se si decide di stare dalla parte dei lavoratori - aggiunge - il presidente del Consiglio e il ministro dell'Industria, Adolfo Urso» a cui i sindacati hanno scritto insieme per chiedere la «convocazione di immediata di un tavolo», devono «alzare il livello dello scontro nelle prossime ore e chiamare Kkr» e di coinvolgere anche Stellantis, di cui Marelli è fornitrice.

I dipendenti della Marelli intanto si stanno organizzando per presidiare i loro posti di lavoro giorno e notte fino a venerdì. Anche ieri poco dopo le 23 i cancelli dell’azienda erano ancora aperti. Per i lavoratori  la comunicazione della chiusura dello stabilimento arrivata ieri pomeriggio è stata una doccia fredda.

Per questo hanno deciso, a turno, di protestare di fronte a quell’azienda che fino a qualche ora prima gli aveva garantito un impiego. «Non ce lo aspettavamo – racconta Angelo, operaio alla Marelli da circa vent’anni – anche perché fino alla scorsa settimana abbiamo fatto gli straordinari e non ci hanno concesso le ferie. Sapevamo dei problemi, ma non ci saremmo aspettati una cosa simile. Dall’oggi al domani siamo a casa».

Le due di notte. Alcuni arrivano, altri se ne vanno. Davanti alla Marelli è un via vai continuo di persone. La rassegnazione e la speranza si mischiano nei racconti di chi in ventiquattro ore ha perso tutto.

«Ci siamo sentiti presi in giro – sottolinea Maurizio, anche lui da oltre 20 anni nello stabilimento di Crevalcore – da un’azienda che fino a una settimana fa ci chiedeva di aumentare la produzione. Qui dentro ci sono persone a cui, come me, mancano poco più di dieci anni alla pensione. Cosa facciamo? Reinventarsi a quest’età dopo che per tutta una vita hai fatto un determinato tipo di lavoro non è facile».

Intanto arriva la solidarietà dei lavoratori e lavoratrici dell’ex Saga (oggi Gaggio Tech): «Esprimiamo – si legge in una nota – piena e totale solidarietà ai dipendenti della Marelli e alle loro famiglie, oggi ferite dall’ennesima scellerata decisione di una multinazionale. Un atto di arroganza e vigliaccheria vergognoso che fa ancora più rabbia, come è stato per noi, perché fatto a freddo con le stesse motivazioni disumane, come sempre basate solo sulla salvaguardia dei profitti degli azionisti».

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