MalaConsilia, nuova occupazione Preso un locale dell’Università Nasce la ‘consultoria autogestita’

Le studentesse che hanno fatto emergere le violenze del prof hanno trovato ‘casa’ in via Ranzani 14. Opposizioni all’attacco dell’Amministrazione: "Queste situazioni di illegalità devono essere condannate"

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Un’altra occupazione è spuntata ieri in città. Questa volta, in via Ranzani 14, in uno spazio dell’Università, dove da ieri mattina hanno preso casa le attiviste di ‘MalaConsilia’, per realizzare una ‘consultoria studentesca autogestita’. "Dopo le molestie emerse negli ultimi mesi e la condanna penale di un professore universitario non possiamo più aspettare: vogliamo riaprire la Consultoria studentesca autogestita MalaConsilia, vogliamo uno spazio transfemminista in università – spiegano le studentesse, legate al collettivo Link –. Abbiamo occupato uno spazio in università perché è dallo sfratto della Consultoria nel 2020 che chiediamo all’Ateneo un’altra sistemazione".

Le attiviste fino a due anni fa avevano infatti una stanza, concessa dall’Ateneo, in via Filippo Re, in contratto di comodato, poi rescisso. A due anni da quei fatti, le ragazze, che hanno sollevato la vicenda dell’ex direttore di dipartimento accusato di più episodi di molestie sessuali ai danni di studentesse (reato per cui ha patteggiato un anno e otto mesi) hanno deciso di fare da sole, occupando l’aula della facoltà di Economia. "La recente vicenda di violenza all’interno dell’Unibo dimostra che il nostro lavoro è indispensabile", dicono. Le attiviste erano scese in piazza anche il il 25 novembre, in occasione della Giornata internazionale contro la violenza di genere: tra loro c’erano anche le ragazze costituite parte civile nel processo contro il docente. "È necessario che ci sia un presidio studentesco di mutuo-ascolto e mutuo-aiuto, dove costruire una comunità all’altezza dei nostri bisogni e dei nostri desideri", scrivono su Facebook, annunciando le attività organizzate nel nuovo spazio.

Se l’intento delle studentesse è apprezzabile, non lo è però per le opposizioni in consiglio comunale il loro ‘modus agendi’ "C’è un escalation preoccupante da parte di collettivi e anarchici da quando Lepore è sindaco – commenta Stefano Cavedagna, capogruppo di Fratelli d’Italia in consiglio comuanle –. Se nell’amministrazione c’è chi non prende le distanze, questi soggetti si sentono legittimati a occupare ogni giorno un nuovo spazio e fare quel che gli pare".

"Nuova settimana, nuova occupazione – gli fa eco Matteo Di Benedetto della Lega –. Non può che andare così quando la prima istituzione del Comune si gira dall’altra parte di fronte al dilagare delle occupazioni. Il sindaco prenda posizione condannando quando avvenuto. Venga poi tolto ogni spazio pubblico a collettivi e centri sociali che mettono in atto gesti simili".

Nicoletta Tempera

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