
Le persone più anziane e con patologie cardiache sono quelle più a rischio
Bologna, 4 luglio 2025 – Dal 25 giugno a ieri è stato registrato un aumento di circa l’otto per cento delle chiamate al 118 per malori da caldo, questo rispetto allo stesso periodo dello scorso anno. Lo sottolinea Michele Meschi, direttore sanitario dell’Azienda Usl precisando che viene effettuato “un monitoraggio quotidiano da parte del Dipartimento di Sanità pubblica di concerto con la Regione”.
“A questo dato, fortunatamente, non corrisponde un incremento della mortalità della popolazione – precisa il direttore sanitario –. Il numero degli accessi in Pronto soccorso è in lieve incremento, ma è contenuto rispetto al numero delle chiamate. Quello che raccomandiamo, soprattutto a chi ha sopra i 75 anni, è di fare attenzione perché il senso della sete è fisiologicamente ridotto. Particolare attenzione a queste ondate di caldo devono farla le persone che hanno patologie croniche. Quindi non uscire nelle ore più calde e stare in contatto con il proprio medico per rimodulare determinate terapie come quella contro l’ipertensione”.
Meschi precisa che le chiamate al 118 in genere sono per giramenti di testa, cali di pressione, annebbiamento della vista senza perdita di coscienza, difficoltà di respiro dato dall’alto tasso di umidità che però, non si traduce in una dispnea, mentre solo limitati i colpi di calore veri e propri. A volte sono gli stessi anziani che chiamano, altre volte di familiari”.
È comunque nel reparto di Cardiologia del Maggiore, guidato da Gianni Casella, che si registra il numero maggiore di accessi a causa delle alte temperature. “L’aumento di pazienti è stato significativo, soprattutto quelli con scompenso: le alte temperature facilitano l’instabilizzazione – precisa il primario –. Queste persone devono riguardarsi, è necessario che gli anziani abbiano i condizionatori e bevano molto per non disidratarsi. Difficile dire quanti siano i numeri reali perché il nostro reparto è costantemente in un overbooking medio del un venti per cento rispetto al numero di letti che abbiamo, nonostante l’alto tasso di dimissioni – afferma –. Ma l’età della popolazione aumenta e con questa le malattie, poi oggi si sopravvive a patologie per le quali un tempo era impensabile”.
La Cardiologia del Maggiore tratta circa 2.400 pazienti all’anno per le emergenze coronariche e altri 700 pazienti per le urgenze aritmiche.