Il clima, ormai da tempo fuori controllo, ci riserva tragedie da maltempo distribuite in tutta la penisola. Anche stavolta in Regione, soprattutto nelle province di Bologna e Ravenna, oltre 24 ore di pioggia si lasciano alle spalle lutti, disastri, danni e disagi. Pure una città come Bologna subisce una contabilità dovuta all’emergenza con l’esondazione del torrente Ravone, via Saffi soffocata dall’acqua, l’asfalto che ha ceduto con l’aggiunta di allagamenti e famiglie evacuate in molte località. Senza dubbio di fronte a un’ ondata così massiccia di maltempo spesso è difficile opporre difese completamente efficaci. Questo scenario deve far riflettere sul fatto che la prevenzione messa in campo fino ad oggi non è dappertutto sufficiente. Bisogna cambiare registro, perché parte del disastro si poteva evitare. La stessa Regione ammette che siamo in presenza di condizioni idrogeologiche fragili. E allora rendiamole solide. Se il torrente Ravone a Bologna è tracimato e se il Sillaro nell’Imolese ha rotto gli argini, se l’asfalto ha ceduto in qualche strada cittadina, se la rete fognaria non ha fatto il proprio dovere, significa che bisogna intervenire. Finito il coro della solidarietà bipartisan e del bilancio dei danni, la Regione e i Comuni a rischio devono sedersi intorno a un tavolo con tecnici ed esperti e vedere dove si può rapidamente agire per mettere nero su bianco una linea di difesa del territorio.
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