San Lazzaro di Savena, maltrattamenti nella casa-famiglia. Anziani sedati e legati

Li imbottivano di barbiturici per farli dormire. "Lo riduci come uno zombie e il problema è finito". Il procuratore: "Potremmo accusarli di tortura"

Sono intervenuti i carabinieri

Sono intervenuti i carabinieri

San Lazzaro di Savena (Bologna), 31 maggio 2018 - Somministravano barbiturici e psicofarmaci agli anziani ospiti della casa famiglia 'Il Fiore' alla Croara per tenerli costantemente sedati. Glieli versavano di nascosto nei caffè o nei succhi di frutta perché fossero mansueti. E poi li insultavano, li schiaffeggiavano, sputavano loro addosso, li legavano al letto. I carabinieri della Bologna centro e del Nas, questa mattina, hanno arrestato Vanes Dani, titolare della struttura di San Lazzaro, mentre la coordinatrice Carla Dessì e la collaboratrice Giuseppina De Simone sono finite ai domiciliari. I provvedimenti sono stati emessi dal gip di Bologna, Alberto Ziroldi su richiesta del pm Augusto Borghini

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"Il modo alla fine lo trovi perché lo riduci come uno zombie e il problema è già finito", "Se campa campa, se muore: arrivederci" sono alcune frasi intercettate e finite nelle indagini. Secondo l'accusa, i campanelli di allarme dei letti venivano spesso spenti per pemettere al personale di dormire indisturbato durante la notte. "Se avrà un arresto cardiaco ha un Istat pronto", si ascolta e il riferimento è alla scheda di morte. E dire che le rette mensili oscillavano fra i 1.500 e i 3.000 euro (in media 2.500 euro al mese). Le accuse - ci sono anche altre quattro persone indagate - sono a vario titolo di maltrattamenti aggravti da futili motivi ai danni di persone di minor difesa e per avere agito con abuso del rapporto fiduciario, lesioni aggravate, ed esercizio abusivo della professione sanitaria.

Da parte loro, invece, i familiari "non si erano accorti di niente, e nei rari casi in cui avevano segnalato delle stranezze, Dani le aveva giustificate come sintomi di quello di cui già soffrivano i pazienti", 

Il medico di base Mario Lunghini, che aveva fornito timbri e ricettari a Dani è invece stato sospeso dalla professione. La struttura è invece stata posta sotto sequestro e affidata all’Ausl. Sei gli ospiti, tra i 60 e i 90 anni, che vivevano nella struttura e che subivano le vessazioni degli indagati. Attraverso intercettazioni telefoniche e ambientali e controlli, i militari sono riusciti a ricostruire le violenze quotidiane subite dagli anziani. Sabato scorso, i militari, infatti, dopo aver intercettato la frase "Vanes dice che non fa niente, e se è andato in blocco renale fa finta di niente e fa lui la pipì nel pannolone", sono entrati nella struttura prima che fosse troppo tardi e, con la scusa di un controllo di routine, hanno fatto portar via uno degli ospiti, andato in blocco renale e ora ricoverato in gravi condizioni al Sant'Orsola.

"L'operazione, come scrive il Gip Alberto Ziroldi, ci ha consentito di salvare la vita a due pazienti. Quello che è emerso dalle indagini è una gestione degli anziani inaccettabile, sicuramente con il contenimento fisico e la somministrazione di benzodiazepine. Le posizioni di alcuni indagati potrebbero aggravarsi e potrebbe essere ipotizzato il reato di tortura, visti i danni psichici e fisici provocati", ha chiosato il procuratore capo di Bologna, Giuseppe Amato.

PERQUISIZIONI - Nella casa famiglia, sono stati trovati anche farmaci ospedalieri. "Un fatto molto delicato", l'ha definitivo il comandante del Nas di Bologna, Angelo Palmas, perché significa che "probabilmente qualcuno li ha sottratti da un ospedale per darli alla struttura privata". Il titolare della struttura, Vanes Dani, è un ex infermiere generico dell'ospedale 'Bellaria'. È accusato anche di aver esercitato abusivamente la professione medica, utilizzando il timbro e il ricettario di un medico compiacente, indagato anche lui e sospeso dalla professione. Su disposizione della Procura nel corso delle perquisizioni e del sequestro della struttura, sono stati eseguiti dei prelievi agli anziani vittime per comprovare la presenza nel sangue di psicofarmaci.

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