Mamma coraggio dall'Ucraina: "Pronta a donare un rene a mia figlia"

Inna è arrivata dall’Ucraina con Miroslava che dovrà affrontare il trapianto. La Manna (Sant’Orsola): "Al via le prove di compatibilità"

Bimba e mamma in un letto del Sant'Orsola

Bimba e mamma in un letto del Sant'Orsola

«Sono pronta a donare un rene a mia figlia, non vedo l’ora di vederla stare bene. Ha già affrontato due trapianti, il primo rene lo aveva avuto dal nonno, il secondo da un donatore. Ora spero possa toccare a me".

Inna e Miroslava, 15 anni, sono arrivate dall’Ucraina al termine di un lungo viaggio: dalla città in cui vivono, Rivne, con un’auto hanno cercato di raggiungere il confine polacco, ma gli ultimi 15 chilometri li hanno percorsi a piedi a causa del blocco provocato dalla lunga fila di veicoli. Poi sono riuscite a salire un un aereo che le ha portate in Italia.

"Miroslava era ricoverata nel momento in cui la guerra è iniziata – spiega la mamma – e quando è uscita dall’ospedale abbiamo deciso di venire in Italia, raggiungendo mia madre a Macerata". Ora sono seguite nel centro marchigiano dalla Caritas, dove la ragazza ha subito avuto bisogno di assistenza e così i medici hanno avviato il contatto con la nefrologia del Sant’Orsola.

"Se sono preoccupata? No – risponde sorridendo Miroslova in collegamento on line da Macerata – vorrei arrivare al trapianto il prima possibile, questo ormai sarebbe il terzo. Intanto continuo a studiare per diventare infermiera e seguo a distanza le lezioni della mia scuola in Ucraina".

Inna trova conforto e sostegno nella religione: "Sono ortodossa e credo che con l’aiuto di Dio andrà tutto bene". Il primo trapianto di rene, nel 2015, era stato seguito da un rigetto, il secondo, l’anno successivo, ha creato delle disfunsioni.

"La ragazza è arrivata da noi con un danno renale severo – spiega il professor Gaetano La Manna, direttore dell’unità operativa di Nefrologia, dialisi e trapianto del Policlinico –. Abbiamo attivato subito le cure necessarie, recuperando la funzione renale, evitando la dialisi. Avrà comunque bisogno di un nuovo trapianto. Era in insufficienza renale e si sono manifestate alterazioni alle paratiroidi che saranno tolte, intervento di cui si occuperà il professor Livio Presutti, prima del trapianto. Le prove di compatibilità sono in corso e occorre tempo per avere i risultati".

La Manna sottolinea che "noi siamo un centro di riferimento nazionale per pazienti con elevata complessità renale. L’attività trapiantologica di donazione di rene da vivente cresce ogni anno di circa il 20% e sta diventando sempre più imponente e questo fa capire l’attrattività del Sant’Orsola, dove vengono pazienti da tutta Italia. Nel 2021 abbiamo effettuato 36 trapianti da vivente, nel 2022 speriamo di arrivare a 45. Complessivamente, i trapianti di rene sono arrivati a 125 lo scorso anno, quindi potremmo dire uno ogni tre giorni, ritmo che non è semplice da sostenere".

 

 

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