ZOE PEDERZINI
Cronaca

"Mandami un video nuda o ti chiudo l’account". La trappola dei pedofili

Arrestati due giovani di Roma e Varese che avevano adescato tre ragazzine. Le vittime dai 12 ai 16 anni credevano di chattare con un coetaneo innamorato.

Le indagini sono state condotte dai carabinieri della compagnia di San Lazzaro

Le indagini sono state condotte dai carabinieri della compagnia di San Lazzaro

"Devi farti un video mentre fai le cose ‘sporche’ che ti dico io, poi me lo mandi, altrimenti faccio in modo di accedere ed estrometterti dal tuo stesso account". Questo il viscido modus operandi di due giovani, un 22enne di Roma, pregiudicato per reati affini, e un 25enne di Varese, già noto per reati contro la persona, ora in carcere, grazie ai carabinieri della Compagnia di San Lazzaro, il primo a Velletri e l’altro a Busto Arsizio. Sono indagati per i reati di produzione e detenzione di materiale pedopornografico e violenza sessuale aggravata.

Gli arrestati, all’inizio del maggio del 2022, avevano adescato tre minorenni, due 12enni e una 16enne dell’hinterland bolognese, sui social network, fingendosi giovani e di bell’aspetto. Le avevano, nel tempo, spinte a credere di avere una relazione con loro, convincendole a mandare foto sempre più esplicite e video in cui le minorenni si sarebbero dovute toccare le parti intime come e quando ordinavano i due aguzzini, facendo così scattare l’accusa di violenza sessuale aggravata. Tutto questo per alimentare le proprie morbosità e fantasie erotiche pensando che nessuno li avrebbe mai trovati. Se le ragazzine disattendevano quanto richiesto venivano minacciate di essere estromesse dai loro stessi profili social che sarebbero, dunque, finiti nelle mani di questi due cyber criminali. A portare a termine questa indagine sono stati i carabinieri del Nucleo operativo Radiomobile di San Lazzaro, coordinati dalla Procura della Repubblica. Nella mattinata di martedì i militari hanno eseguito un’ordinanza di custodia cautelare in carcere, chiesta dal pm Michele Martorelli ed emessa dal gip Andrea Salvatore Romito del Tribunale di Bologna, nei confronti dei due uomini.

Le indagini, condotte a ritmo serrato dai carabinieri e dei consulenti tecnici nominati dalla Procura bolognese, hanno permesso di ricostruire il modus operandi col quale i cyber pedofili avevano adescato tre minori sui social network, perlopiù sulla piattaforma di Instagram. Le perquisizioni informatiche sugli smartphone e sui computer degli indagati, e quanto poi raccontato dalle giovani vittime in sede di audizione protetta, hanno consentito di rinvenire importantissimi elementi investigativi che hanno, poi, permesso l’arresto. L’attività d’indagine ha avuto inizio nel dicembre del 2023 quando i genitori di una delle vittime, tutte residenti nel territorio della Compagnia di San Lazzaro, hanno trovato il coraggio di denunciare ai militari di via Paolo Poggi i fatti che vedevano coinvolta la propria figlia minore.

La giovane, a sua volta, aveva parlato ai genitori di quanto le era accaduto. La ragazza, inizialmente infatuatasi dei cyber pedofili, per mesi aveva creduto di avere una relazione con un bel ragazzo, di poco più grande di lei: questo era quello che le avevano fatto credere dai social network. Le conversazioni, prima piene di apprezzamenti e richieste di foto normali, si erano fatte sempre più spinte, con richieste insistenti di video e foto hard, tanto da creare un forte disagio nella vittima. I genitori, notando strani atteggiamenti della figlia, hanno iniziato a farle domande che hanno permesso di portare a galla quanto stava accadendo.

Zoe Pederzini