Bologna, maniaco seriale. Disposto il carcere per Tivadar

La decisione del Gip fa seguito all'udienza di convalida del fermo disposto dalla Procura

Un poliziotto con l’identikit diffuso nel 2014, dopo la prima serie di aggressioni sessuali

Un poliziotto con l’identikit diffuso nel 2014, dopo la prima serie di aggressioni sessuali

Bologna, 20 aprile 2018 – Il maniaco seriale va in carcere. Cesarin Tivadar, il romeno 30enne era stato fermato mercoledì sera per l'aggressione sessuale di una studentessa universitaria, seguita e palpeggiata in vicolo Santa Lucia nel centro storico di Bologna. 

 

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La decisione della custodia cautelare in carcere è del Gip Aldo Resta, e fa seguito all'udienza di convalida del fermo disposto dalla Procura, durante la quale l'indagato, difeso dall'avvocato Ercole Cavarretta, avrebbe fornito ulteriori informazioni alla confessione già resa alla squadra mobile della Polizia. Il romeno fu già arrestato in passato per due episodi simili, accuse per cui patteggiò una pena di due anni. Una delle studentesse aggredite dal maniaco seriale nel 2014 ha racconta la sua orribile esperienza: “All’inizio pensavo fosse solo uno sfigato...”, ma a questo punto "credo sia malato". 

Bologna, parla una vittima del maniaco seriale. “E’ malato, ora misure serie”

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Tivadar avrebbe chiesto ancora una volta scusa, come già fece nel 2014 quando venne interrogato dal procuratore aggiunto Valter Giovannini. Per il resto avrebbe confermato le cose già dette in passato. A quanto si apprende il fermo è stato convalidato non per un motivo tecnico: il giudice, infatti, non ha ravvisato il pericolo di fuga. Nonostante questo però ha deciso per l'applicazione del carcere.

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