Bologna, manichino di Meloni a testa in giù: "Non è benvenuta"

Gli slogan dei collettivi: "Giorgia verrà per l'inaugurazione del Tecnopolo". Fd'I insorge: "Gesto gravissimo, condanni anche la sinistra"

Il manichino con la parrucca bionda appeso a testa in giù a Bologna

Il manichino con la parrucca bionda appeso a testa in giù a Bologna

Bologna, 10 novembre 2022 - Un pupazzo appeso a testa in giù, con lunghi capelli biondi che penzolano nel vuoto, sotto alle Due Torri. E sopra alle fotografie che lo ritraggono, un post di protesta contro la neo presidente del consiglio Giorgia Meloni.

Le fotografie sono state condivise dalla pagina Facebook di Laboratorio Cybilla, il collettivo al femminile costola di Cua, che assieme a quest’ultimo e Split (Spazio per liberare il tempo) ieri ha attraversato più volte le vie del centro in un lungo corteo partito attorno alle 18 da piazza Verdi e proseguito fino a sera. "Tra poche settimane (giovedì 24 novembre, ndr) per l’inaugurazione del Tecnopolo e di uno tra i 5 computer più potenti al mondo arriverà in città Giorgia Meloni. Ma non sarà mai la benvenuta a Bologna e da nessun’altra parte", scrivono le attiviste sui social, puntando il dito anche contro il decreto "anti-rave" e gli "attacchi all’aborto in maniera celata".

Insomma, il collegamento tra il fantoccio e la premier è quasi automatico. Al corteo, inneggiando alla "vita bella", hanno partecipato circa 200 persone, vegliate dalla polizia. Ciò nonostante, un gruppo è riuscito a imbrattare con vernice rosa l’ingresso del market Sapori e dintorni all’ex Monte di pietà di via Indipendenza, ’colpevole’ di essere "un supermercato di lusso, che i potenti definiscono ’di eccellenza’". Il negozio è stato costretto a chiudere prima.

Le reazioni

"La violenza della protesta dei collettivi di sinistra che da troppo tempo si caratterizzano per la loro aggressività e pericolosità ha conosciuto oggi un ulteriore, ennesimo, vergognoso picco - tona il viceministro e deputato di Fd'I, Galeazzo Bignami -. Ancora una volta costoro si mostrano per quelli che sono: incivili e pericolosi per la democrazia. E' chiaro che questa situazione appesantisce un clima che a Bologna deve essere necessariamente risolto. Confidiamo nel lavoro delle Autorità competenti, certi che sapranno garantire la legalità e l'ordine pubblico". 

"Un'iniziativa vergognosa che, come spiegano gli stessi autori di questo vile gesto, suona come una macabra intimidazione", rincara il senatore bolognese di Fratelli d'Italia, Marco Lisei.

Ma l'onda emotiva causata dal manichino choc esce anche da Bologna: "Chi crede nella democrazia e nella libertà non può non condannare certe forme di assurda violenza. Solidarietà a Giorgia Meloni", scrive il ministro per le politiche europee Raffaele Fitto. "Sacrosanto è il diritto di manifestare il proprio dissenso. Inaccettabile è invece l'incitamento alla violenza. Il Pd prenda immediatamente le distanze dall'ennesimo vergognoso episodio di demonizzazione dell'avversario politico", aggiunge il capogruppo alla Camera, Tommaso Foti.

"Ci auguriamo che gli autori di questo vergognoso atto intimidatorio siano individuati e soprattutto ci aspettiamo una netta e inequivocabile condanna da parte di tutte le forze politiche, sinistra in primis", rincara il ministro  Francesco Lollobrigida.

Il prefetto di Bologna

“Un fatto di estrema gravità”. È questa la condanna severa e decisa del prefetto Attilio Visconti all’esposizione di un manichino della premier Giorgia Meloni appesa a testa in giù. “Ci tengo a esprimere tutta la mia solidarietà per la presidente del Consiglio, nonché un enorme dispiacere per quanto accaduto. Nella civilissima Bologna, capitale dell’accoglienza, del confronto e del dialogo una cosa di questo genere non è ammissibile. Nella mia carriera non ho mai assistito a un fatto di tale brutalità e inciviltà. Un fatto poco civile e soprattutto ancor meno democratico”, scandisce con severità.

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