
Una delle manifestazioni per la Palestina, che si sono tenute in città da quando è iniziata la guerra di Israele
Manifestazione pro-Palestina, altre 22 persone rischiano il processo. Nei giorni scorsi la Procura ha notificato 32 avvisi di fine indagine, atto che solitamente precede la richiesta di rinvio a giudizio, per la manifestazione che nel maggio del 2024 si tenne a Bologna, allo scopo di denunciare il genocidio in atto nella Striscia di Gaza. Nel corso della protesta i manifestanti occuparono i binari della stazione.
Ieri mattina mattina, poi, un altro avviso di chiusura indagine ha raggiunto altre 22 persone per le manifestazioni in difesa della Palestina: in questo caso si tratta delle proteste in occasione dell’inaugurazione dell’anno accademico nel marzo del 2024. Diversi avvocati, già impegnati nelle difese di altri imputati "di reati politici" come Ilaria Salis, hanno deciso di organizzare una difesa collettiva e di richiedere l’acquisizione delle prove del genocidio perpetrato in Palestina.
Alcuni legali saranno in piazza del Nettuno, domani alle 10, a una conferenza stampa al Sacrario dei Caduti in piazza del Nettuno: qui precisate le strategie difensive, che vedranno coinvolti esperti di diritto internazionale e testimoni diretti del genocidio, le cui testimonianze saranno oggetto di richiesta di acquisizione da parte della Procura.
"È arrivato il tempo di lasciare una traccia – ha spiegato l’avvocata Marina Prosperi – anche tra gli atti con i quali si ricostruirà la storia, di quanto sta effettivamente accadendo in Palestina, delle persone che qui a Bologna hanno manifestato contro il genocidio del popolo palestinese, contro l’occupazione dei territori, dei processi che per tali ragioni subiranno e delle motivazioni con le quali si riterrà di giudicarli innocenti o colpevoli".