
La marcia nazionale per Gaza tra Marzabotto e Monte Sole sarà il 15 giugno: sono attese migliaia di persone
Bologna, 28 maggio 2025 - Il comitato promotore lancia la marcia nazionale ‘Save Gaza - Fermate il governo di Israele per la Palestina e per la pace’ il 15 giugno alle 14 da Marzabotto a Monte Sole per cui sono attese migliaia di persone da tutta Italia.
Un evento a cui non prenderà parte la Comunità ebraica, che non ha partecipato alla presentazione, e che aveva già suscitato alcune critiche all’interno del dibattito pubblico. In particolare i dubbi erano stati sollevati proprio sul luogo dell’organizzazione della marcia, cioè quello dell’eccidio del 1944, in un parallelismo con l’utilizzo della parola genocidio.
Presente invece alla marcia l’Ucoii (Unione delle comunità islamiche italiane), così come anche la Cgil sosterrà la manifestazione anche con la presenza del segretario generale Maurizio Landini. E sulla mancata presenza della Comunità ebraica, Valentina Cuppi (sindaca di Marzabotto) commenta in maniera tiepida: “Noi speriamo che ci sia una grande adesione di tutti coloro che riconoscono che il governo di Isralele sta compiendo dei crimini e speriamo che anche altri partecipino e condannino questa atrocità, unendoci tutti dalla parte dell’umanità, anche al di là delle appartenenze eccessivamente identitarie”.
“Questo appello non nasce in realtà il 25 aprile, ma molto prima - continua Cuppi -: sono decenni che ci impegniamo per far cessare violazioni dei diritti umani a Gaza e non solo. Il 25 aprile abbiamo chiesto una mobilitazione nazionale per far sentire forte la voce del popolo pacifista. Fino ad oggi ci sono state voci molto timide nella condanna di quanto sta avvenendo a Gaza e nella condanna dei crimini che sta perpetrando Israele. Noi lavoriamo sulla Memoria a scuola e lo facciamo non per un lavoro sterile, ma sul perché ancora ci siano questi fenomeni nel mondo. E allora da Monte Sole chiediamo di alzarci per difendere l’umanità: quando li è avvenuto il massacro di civili inermi nessuno ha immaginato cosa stesse succedendo e nessuno ha potuto salvare vite umane. Oggi noi invece vediamo ogni giorno quello che sta succedendo, i bambini muoiono di fame e di stenti di fronte ad aiuti insufficienti gestiti in maniera inaccettabile. È nostra precisa responsabilità chiedere di fermarsi”.
Corposo il comitato promotore dell’evento che parte dal Comune di Marzabotto e dal Comitato regionale per le Onoranze ai Caduti di Marzabotto e riunisce anche l’Anpi, l’Associazione dei famigliari delle vittime degli eccidi nazifascisti, la Scuola di Pace di Monte Sole, la coalizione nazionale ‘Fermiamo le guerre’ e il Portico della Pace. “Il messaggio è che dobbiamo fermare i crimini di guerra del governo israeliano - puntualizza Daniele Ara, assessore del Comune di Bologna con delega alla Pace -. In queste settimane si sono intensificate tante attività affinché l’opinione pubblica e i cittadini siano più attenti e proattivi rispetto alla tragedia fuori scala che sta avvalendosi a Gaza: non ci sono più parole da dire per quanto la situazione sia vergognosa e inaccettabile”.
“In realtà dobbiamo usare parole chiarissime su Gaza e Cisgiordania - aggiunge Luisa Morgantini (comitato Fermiamo le guerre) -: non si tratta solo di crudeltà o psicopatia, ma di un piano strategico di annientamento del popolo palestinese”.
Sulla non adesione della comunità ebraica, Ara risponde: “Siamo sempre in dialogo e auspico che anche la comunità ebraica partecipi a questo momento come ad altri. Qui si tratta di condannare un governo assassino”. “Sentiamo molto nostra questa iniziativa: Gaza e Marzabotto hanno molto in comune perché sono luoghi simbolici del dolore - prosegue Gianfranco Pagliarulo, presidente nazionale dell’Anpi (alla presentazione presente anche Anna Cocchi, presidente bolognese) -. Nessuno potrà dire che non sapeva: sono 20 mesi in cui assistiamo a questo massacro e al rumorosissimo silenzio del governo italiano e dell’Unione Europea, che ha preso in considerazione l’accordo di libero scambio con Israele in presenza di una violazione dei diritti umani: una scelta tardiva a cui si aggiunge il mancato embargo delle armi”.
“La nostra Italia è il Belpaese che tradisce la propria Costituzione: dovrebbe ripudiare la guerra e invece la alimenta - sferza Yassine Lafram, presidente Ucoii -. Questo è uno sterminio forzato, mentre Netanyahu continua la sua aggressione feroce anche in nome della Bibbia, del Vecchio testamento. Ci tengo a sottolineare questo perché come musulmani ne sappiamo molto quando si parla di terrorismo internazionale, con la religione sbattuta in prima pagina. Oggi invece di questa strumentalizzazione della Bibbia non se ne parla. E questo ci fa capire i doppi standard, anche e soprattutto come comunità islamiche italiane rispetto al racconto dei massacri e delle pulizie etniche a Gaza e in Cisgiordania. Venerdì dopo il sermone lanceremo la sirena di allarme fuori dalla moschea in via Pallavicini: spaventeremo i nostri, spaventeremo i vicini perché non lo annunceremo, ma anche noi vogliamo lanciare un segnale forte”.
Presente anche Alessandro Bergonzoni, che negli ultimi giorni ha lanciato diverse iniziative a sostegno della Pace e della fine del conflitto in Medio Oriente, tra cui proprio quella di utilizzare una sirena anti aerea in piazza Maggiore (che questa mattina è stata riprodotta anche in radio): “Dobbiamo trovare parole per descrivere questi massacri perché non siamo né un popolo di zittiti né di accontentati - puntualizza l’artista -. Dobbiamo immedesimarci in questa sirena che spero vada nelle scuole, nei cinema e allarmi. Se non ci allarmiamo e sentiamo quel brivido comune di coscienza universale continuiamo a non essere collegati. Tutto è unito e il governo non lo capisce. Deve esserci un cambio perché la Costituzione italiana, mi permetto una volgarità, sta diventando la Prostituzione italiana: ci sentiamo vendendo, stiamo vendendo corpi per dollari. Ma è possibile dire Gaza dolce Gaza di nuovo, di tornare alle Nazioni Unite, di essere di nuovo Occidente? Gaza confina con l’Europa, dobbiamo guardare i confini interiori".
“Monte Sole con quello che ha vissuto non può tacere, oggi abbiamo il dovere di mantenere alta quella memoria per difendere gli oppressi e chi viene massacrato”, chiude Valter Cardi, presidente Comitato Onoranze ai Caduti di Marzabotto.