Marco Biagi omicidio, l’ex Br Boccaccini chiede una riduzione della pena

Oggi 61enne, il terrorista venne condannato insieme a Lioce, Morandi, Mezzasalma e Blefari Melazzi per l’attentato al giuslavorista

Simone Boccaccini e l'omicidio del professor Marco Biagi

Simone Boccaccini e l'omicidio del professor Marco Biagi

Bologna, 14 marzo 2019 - Ha chiesto una riduzione della pena Simone Boccaccini, uno dei brigatisti dell’attentato al professor Marco Biagi, di cui il 19 marzo ricorre il 17esimo anniversario, e condannato anche a Roma per altre vicende legate all’attività terroristica. La Corte di Assise di Appello di Bologna si esprimerà nei prossimi giorni. Condannato a 21 anni a Bologna per il delitto Biagi, definitivi dal 7 dicembre 2007 e poi a cinque anni e otto mesi per banda armata, associazione con finalità terroristica e rapina in un processo celebrato nella capitale, Boccaccini, 61 anni, difeso dall’avvocato Massimo Focacci, vorrebbe il riconoscimento del vincolo della continuazione tra le due sentenze, con conseguente riduzione della pena complessiva: in pratica chiede che non sia una somma tra le due, ma venga diminuita.

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Il sostituto procuratore generale Valter Giovannini non si è opposto, ritenendo che sussistano i presupposti, ma ha chiesto una riduzione minima. Per l’omicidio Biagi sono stati condannati all’ergastolo Nadia Desdemona Lioce, Roberto Morandi, Marco Mezzasalma e Diana Blefari Melazzi, la nobildonna che si impiccò in cella con strisce di lenzuola il 31 ottobre 2009. A Boccaccini, il carcere a vita in primo grado fu ridotto a 21 anni in appello, per la concessione delle attenuanti generiche, e la Cassazione confermò.

Nell’istanza, infine, si sottolinea come significativo il fatto che i servizi di protezione a tutela del giuslavorista «fossero stati attivati (salvo poi revocarli) già due anni prima dell’omicidio». Nel chiedere che la riduzione per Boccaccini, detenuto ad Alessandria, sia minima, il pg Giovannini ha detto che «lo Stato deve rispettare la legge, ma anche affermare la sua supremazia nei confronti di questi soggetti che fecero rivivere al Paese un terrore che si pensava ormai superato per sempre».

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