"Marco Biagi, un babbo buono e affettuoso"

Il ricordo di Lorenzo, figlio minore del giuslavorista ucciso dalle Nuove Br. Casini: "La sua morte è una sconfitta dello Stato. Riprendere il filo delle riforme"

Migration

"Topino fai il bravo. Buona gita. Ci vediamo stasera a casa per festeggiare la festa del papà". Così, la mattina del 19 marzo 2002, Marco Biagi saluta il figlio Lorenzo, 13 anni, che sale sul pullman per andare in gita scolastica a Mantova. "Quella sera – ricorda Lorenzo – lo aspettavo in camera mia. Ma non è più tornato". Poco dopo le 20, il giuslavorista viene assassinato sotto casa, in via Valdonica, da un commando delle Nuove Brigate rosse, mentre rientra dal lavoro.

Lorenzo ha ricordato ieri la figura del padre, durante una diretta Facebook organizzata dalle Acli bolognesi, che hanno invitato tutti a un gesto simbolico: accendere una candela in memoria di Marco Biagi. Lorenzo si è collegato seduto sulla sedia del padre, alla scrivania "dove il babbo scrisse buona parte del Libro Bianco" sul mercato del lavoro.

Due le candele accese: "Una in ricordo del babbo, l’altra dedicata a tutte le vittime del Covid, ai medici e agli operatori sanitari impegnati da un anno a combattere questa pandemia".

Sulla pagina Facebook ‘Mio babbo Marco Biagi’, creata nel 2006, Lorenzo riceve testimonianze e ricordi da parte di tanti che avevano conosciuto suo padre, compagni del Galvani, dell’università, colleghi. "Gli aggettivi più frequenti sono ‘buono’, ‘corretto’ e ‘leale’".

Riflettendo sull’agguato, Lorenzo ripete ("con dolore e rabbia") quanto già detto in passato: se a Biagi non fosse stata tolta la scorta (che aveva avuto fino a pochi mesi prima), nulla sarebbe successo."Lo ha ammesso una terrorista pentita – ricorda –: se il babbo avesse avuto anche solo una piccola scorta, non avrebbero colpito".

Oggi, alle 12,30, il sindaco deporrà un mazzo di fiori in piazzetta Marco Biagi; alle 18,30, il giuslavorista sarà ricordato nella messa in San Martino.

"La sua morte è una sconfitta per lo Stato che non può essere dimenticata", afferma il senatore Pier Ferdinando Casini. Secondo cui "il modo migliore per onorare il professore e il suo servizio alle istituzioni è riprendere il filo delle sue riforme sul mercato del lavoro".

Ricordando il giuslavorista, il governatore Stefano Bonaccini parla di "un esempio senza tempo di coraggio, indipendenza e impegno civile". Oggi più che mai "è fondamentale il ricordo di Marco Biagi, uomo del dialogo e persona al servizio della comunità’, in una fase che a causa della pandemia vede affermarsi nuove dinamiche sociali e del lavoro, con fragilità, diseguaglianze e fratture sociali che insieme dobbiamo recuperare".

Biagi era "un babbo molto presente, affettuoso, che amava la sua famiglia – ricorda ancora il figlio Lorenzo –. Mi ha trasmesso tante passioni, fa cui quella per il Bologna. Spero sia orgoglioso di me. Non lo posso sapere, ma mi piace pensare che sia così".

Luca Orsi

è arrivato su WhatsApp

Per ricevere le notizie selezionate dalla redazione in modo semplice e sicuro