Marino Golinelli, morto a Bologna l'imprenditore filantropo che pensava al futuro

Si è spento a 101 anni. Imprenditore farmaceutico, negli ultimi anni aveva dato vita all'Opificio Golinelli, città della scienza dedicata ai giovani

Marino Golinelli è morto a Bologna a 101 anni

Marino Golinelli è morto a Bologna a 101 anni

Bologna, 20 febbraio 2022 - Marino Golinelli (foto) è morto a 101 anni. Imprenditore farmaceutico (Alfasigma, colosso da un miliardo di fatturato), bolognese doc, ma soprattutto amante della vita, dell’arte, della scienza, dei giovani (Life learning center e Opificio Golinelli le sue più note creature). Non era il nonno di Bologna, era un po’ come se ne fosse l’inventore nella sua dimensione passata al nuovo secolo, come se ne fosse l’alchimista, il custode dei segreti di una grandiosa modernità che affonda le radici nel passato. Si è spento serenamente, nell’amore della famiglia, della moglie Paola e dei figli Stefano e Andrea, dei collaboratori più stretti. 

I funerali avverranno in forma strettamente privata. 

 

L’11 ottobre 1920, quando nacque, il presidente americano era Woodrow Wilson. A San Felice sul Panaro in una famiglia contadina nasceva un bimbo curioso, vispo. “Sono un centenario, ma penso al futuro”, diceva.

La mamma allevava polli e vendeva le uova, lui aveva grande forza di volontà e dopo gli inizi in Chimica e la laurea in Farmacia Il 24 gennaio 1948 costituì la prima azienda, l’Alfa - Alimenti fattori accessori - Biochimici. Lo zucchero era ancora razionato, veniva comprato al mercato nero. “Dieci chili alla volta al bar La Torinese. Con fosforo, calcio e altro preparavo uno sciroppo. Un solo dipendente, Rizzoli. Per portare la damigiane alle farmacie usavo il tram. Il mio dipendente si vergognava, diceva che non era dignitoso farsi vedere così. San Felice sul Panaro, Mirandola-Bologna, sessanta chilometri: allora era un viaggio in un altro mondo”, raccontava in una intervista. Il primo locale in via Galliera (la firma fu apposta davanti al notaio Gallerani, il papà gli aveva prestato sessantamila lire) era diventata la base dove fare lo sciroppo Sitacoidine, poi arrivò un laboratorio più grande nella villa di un amico. Nel ’59 fu il cardinal Giacomo Lercaro a inaugurare il primo vero stabilimento.

Golinelli - nominato Cavaliere del Lavoro nel 1979 -  aveva annullato i concetti di tempo, viaggiando di secolo in secolo, e di spazio, creando a ogni decennio mondi nuovi e infiniti: prima il colosso farmaceutico (da Alfa Biochimici, capace di sviluppare il Vessel contro le trombosi e il Normix per il trattamento dei disturbi intestinali, ad Alfa Wasserman fino all’attuale fusione con Sigma), poi le letture Schiapparelli con i Nobel, e ancora il Life learning center per avvicinare i ragazzi alle bioscienze, e poi l’Opificio Golinelli casa di bambini, esperimenti e tecnologie (era il 2015) e, ultima creatura, il G-factor, acceleratore di start up e spin off.

“Nel futuro ci aspetta un mondo imprevedibile, completamente diverso dall’oggi, ma dobbiamo prepararci - è stato il mantra di Golinelli -. Bisogna dare ai giovani gli strumenti per capire, il più presto possibile, qual è la loro passione. Devono studiare, sacrificarsi, appassionarsi.  La vita è esserci con intelligenza, in modo responsabile. E’ impegnarsi, darsi da fare perché le cose avvengano. A cent’anni si può dire: ho già dato. E invece io dico: si può continuare, si può sempre donare”.

E poi l’arte.  Marino Golinelli era collezionista d’arte di fama internazionale: non  solo i big alla Hirst, ma anche Flavio Favelli, Sissi, Laurina Paperina, Alfred Haberpointner e tanti altri.  Le sue giacche di inconfondibile foggia indiana, con le più preziose sete, lini, cotoni e pietre preziose, sono diventate un must. Il suo impegno per il Teatro Comunale. E per Bologna, tutta

​Il ricordo di Casini

“Marino Golinelli è stato un uomo straordinario che ha amato la sua città, Bologna, ed il suo Paese, l'Italia - dichiara Pier Ferdinando Casini, senatore di Bologna -. Ma soprattutto ha amato sognare e progettare per i giovani, dando loro opportunità e occasioni di crescita indipendentemente dalle loro condizioni personali. È stato un visionario a cui Bologna deve molto. La sua Fondazione è un esempio conosciuto in tutta Italia. Se ne è andato dopo una lunga vita e di lui ricorderemo sempre il suo sorriso intelligente e disincantato, il suo amore per l'arte, la sua giovanile curiosità che non lo ha mai abbandonato neppure negli ultimi mesi”.

Il sindaco Lepore

"Ci siamo conosciuti sul tetto del mondo io e Marino, al ventesimo piano di un grattacielo di Shanghai. Era il 2010, lui aveva 91 anni mentre io ne portavo appena 30. Con i suoi occhiali a goccia osservava innamorato un Morandi, orgoglio bolognese dell’Esposizione Universale. Che vita Marino. Durante la pandemia, un giorno lo andai a trovare a casa. Dopo avermi raccontato un secolo di vita, straordinaria, disse con uno sguardo entusiasta e brillante: “Io credo nell’uomo sappilo e nella conoscenza”. Questa per lui doveva essere la missione di Bologna nel mondo, senza paure. A lui ho fatto una promessa, che se fossi diventato Sindaco mi sarei dedicato anima e cuore a questo obiettivo. A Golinelli la nostra città deve enorme gratitudine. Sostenitore del Teatro comunale e di numerose altre progettualità artistiche e culturali. L’Opificio che porta il suo nome, il sostegno alla ricerca, all’innovazione, alla formazione dei giovani in modo nuovo e diffuso. Il mondo di Marino era una porta aperta sul futuro e grazie alla sua saggezza e generosità continuerà ad esserlo. Ciao Marino. A nome del Comune di Bologna e della città esprimo le più sentite condoglianze e affetto alla moglie Paola e a tutti i familiari”.

Il governatore Bonaccini

"Filantropo è una parola di cui spesso si abusa, ma Marino Golinelli lo è stato veramente: una figura straordinaria, senza tempo, innamorata del futuro e profondamente convinta che lo scopo dell'essere umano sia lavorare insieme per lasciare una società migliore ai nostri figli e nipoti. È stato un esempio non solo per l'Emilia-Romagna, ma per l'Italia intera: il nostro impegno per onorarne la memoria sarà continuare a sostenerne i progetti per far in modo che possano germogliare i tantissimi semi che Marino ha piantato. Grazie per tutto quello che hai fatto, un abbraccio sincero alla moglie Paola e a tutta la famiglia, a nome mio personale, della Giunta regionale e dell'intera comunità emiliano-romagnola": è il ricordo del presidente della Regione, Stefano Bonaccini.

Franceschini e Casellati

"Piangiamo la morte di un illuminato imprenditore italiano, di un grande mecenate, filantropo e appassionato d'arte. Golinelli è stato un esempio per il nostro Paese con uno sguardo sempre rivolto alla formazione e alle giovani generazioni - dichiara il ministro della Cultura, Dario Franceschini -. La cittadella della scienza dell'opificio Golinelli resterà una pietra miliare della storia dell'industria italiana". Parole di cordoglio anche dalla presidente del Senato, Elisabetta Casellati: "Sono profondamente addolorata per la scomparsa del mio caro amico. Grande imprenditore e grande filantropo. Amava la vita, l'arte, la scienza e i giovani cui si era dedicato negli ultimi anni con diverse iniziative. Mancherà alla sua Bologna e all'Italia".

Il rettore dell'Unibo Molari

“Ci ha lasciati un uomo la cui opera e il cui esempio sono destinati a durare indelebilmente nella memoria e nella vita culturale della città e dell’Università. - è il ricordo del rettore dell'Università di Bologna, Giovanni Molari -. Sono state innumerevoli le collaborazioni che hanno legato Marino Golinelli all’Alma Mater, in molteplici campi del sapere, dalle humanities ai Big Data, dalle arti al diritto e alla medicina, con una grande attenzione alla formazione dei giovani e allo sviluppo delle capacità imprenditoriali. La sua abilità nell’immaginare il futuro con il coraggio del visionario, con il realismo dell’imprenditore e con la generosità del filantropo ne hanno fatto un interlocutore ideale. Esprimo tutta la mia vicinanza ai familiari e tutta la mia ammirazione per l’uomo, nella certezza che le sue idee continueranno a vivere e nell’auspicio che il suo modello possa ispirare molti altri dopo di lui”.

Il teatro Comunale di Bologna

Il Sovrintendente del Teatro Comunale di Bologna Fulvio Macciardi parla di Golinelli come di un "grande industriale e filantropo" e aggiunge: "il suo pensiero e il suo operato, ben espressi in queste parole, resteranno per sempre. La sua energia e la sua visione hanno indirizzato positivamente tutta l’ultima fase di rinnovamento e progettualità del Comunale, segnandone la storia e un percorso che si proietta nel futuro". In particolare si ricorda "tutto ciò che ha scelto di fare per il teatro della sua città, dal rinnovamento della platea della Sala Bibiena, che ora porta il suo nome e quello della moglie Paola, all’innovativo progetto dell’ascensore esterno in via di realizzazione. Gesti che dimostrano la sua estrema attenzione nei confronti degli altri, oltre che il suo sconfinato amore per la musica".

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