Mascherine cinesi coronavirus sequestrate dai Nas

Ottantamila dispositivi, dal valore commerciale di 200mila euro, erano custoditi in depositi in provincia e nel riminese

Mascherine, l'operazione dei Nas nella provincia di Bologna e Rimini

Mascherine, l'operazione dei Nas nella provincia di Bologna e Rimini

Bologna, 7 maggio 2020 – Sono 80mila le mascherine protettive irregolari, interamente importate dalla Cina, sequestrate dai carabinieri nell’ambito delle iniziative predisposte per fronteggiare potenziali illeciti durante l’attuale emergenza sanitaria.

Una particolare attenzione è stata dedicata ai controlli sulla regolarità delle attività distributive di dispositivi medici e di destinazione d’uso sanitario. Le verifiche svolte dai Nas di Bologna e dal personale dell’Ufficio di sanità marittima aerea e di frontiera, che fa capo al ministero della Salute, hanno interessato anche i flussi commerciali di importazione al fine di intercettare articoli e presidi medici introdotti irregolarmente sul territorio nazionale e privi delle caratteristiche di sicurezza, anche approfittando della elevata richiesta di mercato.

I controlli, svolti sulle province dell’Emilia Romagna e sull’Aeroporto di Bologna, hanno consentito, a seguito di intensa collaborazione realizzata tra Nas e Usmaf Di Bologna, di individuare, in due depositi logistici dediti alla distribuzione di prodotti farmaceutici e sanitari nelle province di Bologna e Rimini (VIDEO), complessivamente circa 80mila mascherine protettive, interamente importate dalla Repubblica Popolare Cinese, che sono state poste sotto sequestro, il cui valore commerciale ammonta a 200mila euro.

Il legale rappresentante dell’azienda è stato denunciato in stato di libertà alla Procura per frode in commercio e violazione della normativa sui dispositivi di protezione individuale. Nel medesimo contesto sono state comminate sanzioni per 30mila euro.

I prodotti sequestrati, destinati ai mercati di Emilia-Romagna e regioni limitrofe, che riportavano in etichetta la marcatura Ce e le indicazioni relative a dispositivi di protezione individuale di tipo FFP1, FFP2 e KN95, erano stati immessi nel circuito commerciale in assenza di corrette indicazioni al consumatore e delle indicazioni di sicurezza nonché privi della documentazione attestante le prove tecniche effettuate e la relativa idoneità all’impiego.

 

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