NICOLETTA TEMPERA
Cronaca

Massacro in Bolognina, attesa per l’estradizione di Maffia: quali sono i tempi dell’indagine

La Squadra mobile sta aspettando che dalla Spagna inviino gli atti del fermo e gli effetti personali sequestrati al coinquilino della coppia brutalmente uccisa nell’appartamento dove viveva in piazza dell’Unità

Massacro in Bolognina, attesa per l’estradizione di Maffia: quali sono i tempi dell’indagine

Bologna, 5 giugno 2025 – Dopo la concitazione del primo giorno, ora per la Squadra mobile sono giorni di attesa. I tempi dell’estradizione di Genaro Maffia condizionano il prosieguo delle indagini sul duplice, terribile, omicidio di piazza dell’Unità. Gli investigatori sono infatti ancora in attesa che i colleghi iberici inviino loro gli atti del fermo di Maffia e anche gli effetti personali che il quarantottenne aveva con sé. I due trolley che aveva imbarcato al Marconi e i due zainetti che aveva con sé in cabina. Tutto è stato trovato dai poliziotti della Guardia civil e tutto dovrà essere adesso spedito in Italia, perché se ne possa analizzare il contenuto.

E anche i tempi per l’estradizione dell’indagato non si prospettano brevi: nella migliore delle ipotesi almeno una settimana. E a questi tempi è legato tutto il resto: c’è attesa per l’interrogatorio di garanzia, che dovrà essere svolto entro cinque giorni dall’arrivo in Italia dell’indagato. E anche tutti gli accertamenti irripetibili, dall’autopsia sulle due vittime Luca Gombi e Luca Monaldi, fino agli accertamenti tecnici su telefonini e eventuali altri devices, potranno essere effettuati solo una volta che l’uomo abbia nominato un legale, così da potervi partecipare.

Delitto in Bolognina. Nei tondi le due vittime: Luca Monaldi (sopra) Luca Gombi (sotto). Nel riquadro il presunto killer: Genaro Maffia
Delitto in Bolognina. Nei tondi le due vittime: Luca Monaldi (sopra) Luca Gombi (sotto). Nel riquadro il presunto killer: Genaro Maffia

La polizia però non sta passando questi giorni con le mani in mano: le indagini vanno avanti, partendo dalle analisi sul materiale repertato nell’abitazione dove l’altra mattina si è consumato il massacro. Anche per accertare il movente, che pare essere legato a una convivenza diventata via via più burrascosa. La coppia stava vendendo l’appartamento e Maffia sarebbe dovuto andare via, ma non a mani vuote: Gombi e Monaldi gli avevano infatti offerto una buonuscita di 20mila euro che sembrava di aver alla fine accettato. Invece, covava odio: l’aveva anche detto al direttore della sua banca, dove si era recato giovedì scorso per lamentare un ammanco sul conto, di cui riteneva responsabile uno dei due coinquilini. “La pagheranno”, gli aveva detto. Come aveva detto al cugino di sentirsi minacciato, perché c’era chi “lo voleva uccidere”. Paranoie e rabbia, sfociate in un massacro feroce.

n. t.