Massimo Osti, l’archivio infinito. Una Fondazione per scrivere il futuro

Il designer, fondatore di Cp Company e Stone Island, al centro della puntata odierna del nostro podcast. La figlia Agata: "Il nuovo ente nascerà nei prossimi anni per rendere più vivo il dialogo con il pubblico"

Il Massimo Osti Archive: al suo interno sono conservati 5.000 vestiti e 50.000 tessuti

Il Massimo Osti Archive: al suo interno sono conservati 5.000 vestiti e 50.000 tessuti

L’archivio Massimo Osti diventerà una Fondazione, con l’obiettivo di rafforzare il dialogo con il pubblico, italiano e non solo. Lo annuncia Agata Osti, partner e direttrice creativa dell’archivio medesimo, nella puntata odierna del nostro podcast ’il Resto di Bologna’ (disponibile sui siti www.quotidiano.netpodcast e www.ilrestodelcarlino.itbologna, oltre che sulle principali piattaforme quali Spotify, Google e Apple Podcast). Al centro della puntata c’è proprio la genesi e lo sviluppo dell’archivio che raccoglie cinquemila vestiti e circa 50mila tessuti con un unico grande comun denominatore: Massimo Osti.

Massimo Osti. Bologna all'avanguardia della moda - Il Resto di Bologna

Negli spazi di via Castelfidardo, infatti, hanno trovato casa, sotto la cura e la gestione dei figli di Osti, Agata e Lorenzo, le creazioni e le innovazioni del designer bolognese, morto prematuramente nel 2005 e che ha legato il suo nome ad alcuni brand storici dello sportswear contemporaneo, da Cp Company a Stone Island (da lui fondate) fino ai progetti degli anni Novanta come Left Hand o Massimo Osti Production, nonché alle collaborazioni con svariati marchi del panorama italiano e internazionale (Superga, Dockers e Levis, per esempio). L’archivio, da anni meta di appassionati e addetti ai lavori da ogni parte del globo, dallo scorso maggio è aperto alle visite su prenotazione. E per chiunque ci metta piede dentro per la prima volta (o anche per la seconda, terza, quarta...) è una scoperta difficile da dimenticare.

Proprio verso una maggiore interazione con il pubblico vanno le strategie future dell’archivio. "Per il 2023 e 2024 abbiamo in progetto il rilancio della legacy di Massimo Osti – spiega Agata –, che avverrà non solo con il recupero dei contenuti stilistici, ma soprattutto con la riscoperta di quell’attitudine all’innovazione che ha sempre caratterizzato il lavoro di nostro padre. Nei prossimi anni, poi, abbiamo in programma la creazione della Fondazione Massimo Osti Archive, con lo scopo di rendere più vivo il dialogo tra il nostro archivio e il pubblico nazionale e internazionale, anche attraverso il coinvolgimento di enti come università pubbliche e private e università di moda. Con l’intenzione di rilanciare Bologna come anima creativa e motore di un certo tipo di ricerca in ambito sportswear".

 

 

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