Matteo Zuppi: "Una Pasqua di unità e pace. Bologna è il modello contro i nazionalismi"

Il cardinale: "Pandemia e guerra sono espressioni del male, puntano a dividerci. Ma dobbiamo vivere da ’fratelli tutti’ come chiede il Papa"

Il cardinale Matteo Zuppi

Il cardinale Matteo Zuppi

Bologna, 17 aprile 2022 - Gli auguri di una "Buona Pasqua" del cardinale Matteo Zuppi arrivano in un momento particolare. Dopo due anni di restrizioni e di divieti dovuti alla pandemia, oggi è possibile tornare a festeggiare senza limitazioni, ma il mondo è in subbuglio per una guerra che prosegue e che coinvolge sempre di più i civili innocenti, a partire dai bambini e dalle loro madri.

"Bologna è il modello – spiega l’arcivescovo – di come si debbano affrontare e si possano vincere i nazionalismi. Nel 1088 l’università non fu fondata solo per gli abitanti della città, ma per tutti i cittadini d’Europa. Questo significa che già allora i bolognesi riconoscevano l’importanza dell’incontro tra persone che avevano una storia e una cultura diversa. Quel confronto ha aumentato la qualità della loro conoscenza e tuttora ci arricchisce su questo piano. L’incontro dell’altro è il modo migliore per volere bene al proprio Paese ed il punto di partenza per arrivare a voler bene al Paese più grande di tutti: l’umanità. Questo è l’esatto contrario di quei nazionalismi che, purtroppo, animano le tante guerre che si stanno combattendo in tutto il mondo".

In questo momento stiamo passeggiando per il centro e sebbene ci sia qualche cautela, la pandemia sembra alle spalle con la gente che è tornata ad una vita praticamente normale. Cosa ne pensa?

"E’ riemerso il desiderio di avere relazioni vere. Questo è sicuramente positivo perché uno dei pericoli che abbiamo vissuto è che ci si abituasse all’isolamento, che è cosa ben diversa dal distanziamento necessario per tenere tutti in sicurezza. Le relazioni digitali non coinvolgono e consentono di scappare, di nascondersi, per non fermarsi a guardare chi soffre. La possibilità di ricostruire i legami veri ci permette anche di ricostruire la comunità, intesa come realtà dove le persone convivono e, attraverso la solidarietà, si prendono cura dei più fragili".

Pasqua è anche la giornata dove si spera di ricevere una sorpresa che sia l’impulso per iniziare una vita nuova. Cosa augura ai bolognesi?

"Di trovare la pace e di adoperarsi perché arrivi presto. Speriamo che venga accolto l’appello del Papa a cui si sono poi aggiunte altre importanti realtà religiose, perché a Pasqua vi sia una tregua in Ucraina e che questo possa essere il primo passo verso la fine della guerra. Tutti sappiamo che la pandemia non è ancora finita, ma mentre speriamo di essere vicini al suo termine è arrivata una seconda emergenza che ci riguarda, anche se si sviluppa in un territorio lontano dalle nostre case. Forse la guerra ci ha colti di sorpresa, ma non possiamo aspettare la vittoria di una delle due parti in gioco per arrivare alla sua fine, perché la guerra non risolve mai i problemi, li può solo nascondere. In realtà nessun coinvolto vince, ma tutti perdono ed è per questo che la seconda cosa che mi piacerebbe avvenisse in questa Pasqua è il disarmo, perché spesso è il traffico delle armi ad alimentare i conflitti e a dare ad entrambe le parti la falsa impressione che si possa vincere e annientare l’avversario".

Il virus ci ha dimostrato che non ci si può salvare da soli, ma teme il rischio che ci sia la tentazione di buttare giù qualcuno dalla barca?

"Penso che la tentazione possa essere molto forte, ma dobbiamo fare in modo che non avvenga. La pandemia è un’espressione del male e come tale ha puntato a dividerci, facendo una netta distinzione tra forti e deboli. Ci siamo resi conto che prima del virus non ci stavamo prendendo veramente cura degli anziani o che vi era chi viveva in una situazione di grande difficoltà. Quando abbiamo iniziato a pensarci tutti sulla stessa barca, allora le cose sono cambiate e abbiamo trovato una strada che oggi ci permette di tornare ad un’attenta normalità. Vivere da ’Fratelli Tutti’ come ci chiede e ci ha indicato Papa Francesco è l’unico modo per sconfiggere il male e per rendere ancora più forte il bene. Questa è la luce che vogliamo trovare in questa Pasqua per disperdere le tenebre che stanno nel nostro cuore e iniziare davvero una vita nuova".

 

 

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