Mattia Santori: "Coltivo cannabis ad uso personale, la destra mi denunci"

Il consigliere: "Ho tre piantine, non alimento la criminalità. Mi toglieranno le deleghe? Chi me le ha date, mi conosce"

Mattia Santori

Mattia Santori

Bologna, 11 luglio 2022 - Mattia Santori ha passato al telefono il giorno del suo 35esimo compleanno. L’annuncio fatto a Milano, agli ‘Stati generali sulla cannabis’ ("In casa ne coltivo tre piantine, per uso personale, così non alimento la criminalità", ha rivelato il consigliere comunale dem), ha fatto rumore.

Santori e la coltivazione di cannabis in casa: "Non sono un influencer"

Santori, sorpreso di tanto clamore?

"Mah, cose già dette. Mi sembra davvero una situazione paradossale".

In che senso?

"Trovo assurdo che nel 2022 crei scandalo qualcuno che coltiva cannabis in casa e la consuma per un proprio bisogno fisiologico. In un Paese moderno...".

Lo scandalo, dicono, è il suo messaggio di normalizzazione dell’uso della droga.

"Lo scandalo è che lo Stato mi obblighi a rivolgermi al mercato nero. E a mettere soldi nelle tasche di criminali".

La legalizzazione risolverebbe il problema?

"Io dico che il mio gesto toglie 600 euro alle mafie".

Può spiegare?

"In un anno, le mie tre piantine producono 60 grammi di marijuana. Sono circa dieci euro al grammo. Ne ho spesi 460 in attrezzatura, lampade, terra... da un commerciante che paga le tasse allo Stato. Iva e contributi. Inoltre, ho il controllo perfetto su ciò che consumo. So che cosa compro e da chi. I ragazzini che comprano schifezze dai pusher no. Ecco perché parlo di comportamento virtuoso".

C’è chi chiede al sindaco di toglierle le deleghe. Pensa che lo farà?

"Su questo tema il mio percorso è, da sempre, lineare. La mia posizione palese. Chi mi ha candidato lo sapeva, chi mi ha votato lo sapeva, chi mi ha dato le deleghe lo sapeva".

Che cosa rischia, con questa autodenuncia?

"L’autocoltivazione è equiparata allo spaccio. Rischio fino a sei anni di carcere. È assurdo".

Al momento, la legge è questa.

"È la dimostrazione che il Paese reale e la normativa nazionale sono su due binari paralleli. Per fortuna il Parlamento sta discutendo una legge che riflette su questo tema. E finalmente metterà nero su bianco che esiste una grossa differenza fra ciò che fa Mattia Santori con le sue tre piantine e i criminali arrestati l’altro giorno alla Barca con decine di capi d’accusa".

Non teme un eventuale processo?

"Invito la destra a denunciarmi. Così tutti i bolognesi sapranno che rischio, ripeto, la stessa pena che rischiano i delinquenti arrestati per spaccio e altri reati".

È un rischio concreto?

"Per fortuna c’è la sentenza delle Corti riunite della Cassazione".

Che cosa prevede?

"Le Corti hanno già indicato ai tribunali di considerare la quantità molto ridotta di piantine come uso personale, quindi depenalizzato".

Altra obiezione: la cannabis crea dipendenza.

"Non è vero. È scientificamente provato che non è così. Poi è chiaro che occorrono politiche di intervento su un consumo problematico".

Sul tema legalizzazione, fra i suoi censori non c’è solo la destra, ma anche una quota di centrosinistra. Che ne pensa?

"In generale, c’è chi si batte per mantenere un certo puritanesimo, che vuole tutte le droghe uguali e fa il proprio gioco. Ma è chiaro ormai che le politiche probizioniste hanno fallito. Ed è irresponsabile nascondere la testa sotto la sabbia e far finta che vada tutto bene".

Lei che gioco fa?

"Io do rappresentanza a sei milioni di consumatori che oggi vengono equiparati a dei criminali. E ai tanti di loro che non vogliono essere obbligati dallo Stato a dare denaro alla criminalità".

è arrivato su WhatsApp

Per ricevere le notizie selezionate dalla redazione in modo semplice e sicuro