Maurizio Cevenini: 10 anni dopo

Monsignor

Ernesto Vecchi*

Ma in un contesto pieno di riserve sulle sue capacità amministrative.

Peccato! Perché sarebbe stato davvero "al servizio della gente".Cevennini partecipava spesso agli eventi liturgici. Lo ricordo presidente del Consiglio comunale di Bologna, accanto al sindaco Cofferati, durante la tradizionale benedizione della Madonna di San Luca, in piazza Maggiore, alle 18. Lo vidi presente nella Basilica dei Servi alla Messa esequiale di Padre Pellegrino Santucci. Era lì certamente non per sintonia politica, ma per la sua alta consapevolezza del dovere sociale e civile della partecipazione da parte di chi ricopre cariche pubbliche. Lo incontrai a lungo – per l’ultima volta – in Curia il 13 dicembre 2011, pochi mesi prima del suicidio. Il suo disagio emergeva, ma non appariva ancora drammatico. Aveva l’impressione di vivere in una città e dentro a un partito per i quali era disposto a dare tutto, ma di non essere corrisposto. Maurizio Cevennini apparteneva a quel campione di umanità aperta alle cose vere, belle e buone, ovunque fossero. Anche la fede appariva nell’orizzonte della sua vita. Disse alla moglie Rossella: "Io desidero il funerale religioso e non voglio essere cremato, perché ho fatto il chierichetto". Emergono così le tracce del suo rapporto con l’Eucaristia e con il Crocifisso, nel quale ogni essere umano risale alle proprie origini e alla genesi della sua vocazione battesimale. Qui, la speranza non muore mai, nonostante tutto.

*vescovo ausiliare

emerito di Bologna

è arrivato su WhatsApp

Per ricevere le notizie selezionate dalla redazione in modo semplice e sicuro