Mazzanti choc, ancora polemiche nei dem

Ara (Navile) difende l’assessore dagli attacchi dei suoi compagni di partito: "Giusto far notare che Briatore ha sbagliato sul Covid".

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Nella querelle agostana che contrappone – potere dei social – l’assessore alla Mobilità Claudio Mazzanti e Flavio Briatore, arrivano i ‘pompieri’ con la divisa dem, che si schierano a difesa del titolare del Traffico della giunta Merola. La richiesta di sue dimissioni per il post su Facebook in cui definiva "giustizia divina" il fatto che l’imprenditore del Billionaire avesse preso il Covid? "Ridicola" mette in chiaro Daniele Ara, presidente del Quartiere Navile, storico feudo dell’assessore oggi sulla graticola, anche e soprattutto da parte di alcuni esponenti del Pd.

"Come non si fa a non mettere in evidenza che esiste una parte di Italia arrogante e che in una fase cosi difficile e delicata si permette di deridere regole minime per affrontare l’emergenza sanitaria? – ragiona Ara –. Chiaro che se uno degli attori principali, Briatore, rimane colpito dal problema che snobba e deride, occorre sicuramente farlo notare. Nel merito ha ragione Mazzanti, che però ha ecceduto nei modi e nelle espressioni. Auguriamo a tutti il bene, e non il male". E poi la promessa: "Difenderemo Mazzanti dagli attacchi di quelle forze politiche che su questa emergenza hanno posizioni ambigue".

Esprime invece "compassione per la meschinità" di chi ha usato il post di Mazzanti per fare polemica, il consigliere regionale dei dem, Antonio Mumolo. "Non si augura il male a nessuno – prosegue Mumolo – e Claudio non l’ha fatto". Solidarietà a Mazzanti anche da Salvatore Lumia del sindacato dei medici Cimo, dal sociologo Fausto Anderlini e dall’ex presidente del Cassero, Vincenzo Branà. Mentre arriva la censura di Eugenio Cosentino, consigliere dell’Ordine dei Medici: "Come medico e come rappresentante dell’Ordine trovo sconcertante le affermazioni dell’assessore, e in questo caso le sue dimissioni sono obbligate".

Chi, infine, non arretra di un millimetro è Davide Di Noi, responsabile nazionale Cultura del Pd, tra i primi a chiedere le dimissioni dell’assessore e che mette nel mirino chi, nel partito, ha tentato di "difendere l’indifendibile". "C’è una differenza sostanziale fra i pensieri e le azioni in libertà di un privato cittadino e quelli di un membro delle Istituzioni o di chi fa politica – scrive Di Noi sui social, citando anche Nanni Moretti –. Gli errori di Briatore sono evidenti e indifendibili. Se però ci ergiamo a paladini del corretto linguaggio, allora non possiamo tollerare di utilizzare gli stessi modi e le stesse espressioni. Le parole sono importanti". La partita nel Pd, insomma, è tutt’altro che chiusa.

a. z.

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