
Enzo Biagi giornalista e partigiano. Se ne parlerà domani alla Casa per la pace Filanda, alla Croce di Casalecchio, dove...
Enzo Biagi giornalista e partigiano. Se ne parlerà domani alla Casa per la pace Filanda, alla Croce di Casalecchio, dove alle 10.30 c’è la presentazione del libro ‘Enzo Biagi, la mia resistenza in 14 mesi’ a cura di Loris Mazzetti (sotto insieme). E sarà Mazzetti, già dirigente Rai, regista tv, giornalista e saggista, ma soprattutto amico e storico collaboratore di Biagi, a raccontare i 14 mesi trascorsi dal famoso giornalista bolognese nella brigata Giustizia e Libertà. Un periodo trascorso nell’Appennino tosco emiliano che segnò la sua vita, nel corso del quale Biagi continuò a fare il giornalista. Lo fece col nome di battaglia ‘Il Giornalista’. "Così lo chiamò Pietro Pandiani, il comandante, quando Enzo si aggregò alla brigata: "Giornalista, ti stavamo aspettando" gli disse. Da quel momento non fu più Enzo" racconta Mazzetti che ricorda come Biagi in quel periodo fece un giornale clandestino di 4 pagine: Patrioti, che veniva stampato a Porretta Terme, oltre il fronte. "L’obiettivo era di fare controinformazione, i nazifascisti raccontavano alla popolazione, ai contadini, agli operai che i partigiani erano banditi, ribelli che rubavano affamando gli italiani, erano delinquenti che non andavano aiutati. Biagi con ‘Patrioti’ volle informare che i partigiani erano dei patrioti, che lottavano per liberare l’Italia dall’usurpatore nazifascista" aggiunge il curatore sulla testata che uscì con soli 3 numeri, perché la stamperia fu distrutta dai fascisti. Il primo numero uscì il 22 dicembre 1944, l’editoriale di Enzo Biagi si intitolava: Perché l’Italia viva.