Medici con l'Africa Cuamm, meeting a Bologna. "Bisogna fare di più"

Presentato un piano per l'assistenza medica ai bambini. Il presidente della Fieg e di Monrif Riffeser Monti: "Questi temi al centro dell'informazione, per farci crescere"

Al centro, Andrea Riffeser Monti, presidente e ad Monrif e presidente FIEG

Al centro, Andrea Riffeser Monti, presidente e ad Monrif e presidente FIEG

Bologna, 10 novembre 2018 - “Fare di più e meglio con l’Africa”: è andato in scena questa mattina, sul palco del teatro Manzoni (FOTO), il raduno annuale di Medici con l’Africa Cuamm.

Un’occasione per toccare con mano il lavoro dei medici e dei volontari impegnati ogni giorno nel continente africano e ascoltare le testimonianze dirette di chi tutti i giorni si spende per la salute delle persone. Con un monito: “bisogna fare di più”.

“Il mio incontro con Don Dante Carraro (direttore di Cuamm, ndr) è stato a dir poco folgorante, ecco perché abbiamo deciso di legarci a Medici con l’Africa - racconta Andrea Riffeser Monti, presidente e ad di Monrif e presidente della Federazione Italia editori giornali -. Ci occupiamo di informazione, un settore oggi sempre più complesso: le notizie non verificate aumentano, ma la gente sta iniziando a capire quali sono quelle buone e quelle cattive”. 

“Noi, dal nostro canto, vogliamo raccontare la vita delle persone, far conoscere a tutti queste storie toccanti: le istituzioni, soprattutto, dovrebbero dare maggiore sostegno - aggiunge Riffeser Monti-. Bisogna fare di più e meglio: in qualità di presidente della Federazione italiana editori giornali, da oggi, aumenterò il mio impegno per portare queste tematiche, che fanno crescere tutti noi, sempre più al centro dell’attenzione”.

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I quattro milioni di sfollati in Sud Sudan, il nuovo impianto di alimentazione rinnovabile in un ospedale dell’Etiopia, le difficoltà della Repubblica Centroafricana, l’epidemia di ebola in Sierra Leone, la malnutrizione della Tanzania: sono tanti i Paesi in cui opera e le difficoltà affrontare da Medici con l’Africa Cuamm. Un lavoro “con” le persone, e non “per” le persone, basato sullo scambio reciproco.

Al centro dell’incontro al teatro Manzoni, il progetto “Prima le mamme e i bambini. Mille di questi giorni”. Un piano che, grazie al lavoro dei medici di Cuamm, vuole fornire assistenza medica nei primi mille giorni dopo la nascita del bambino, dalla gravidanza al secondo anno di vita.

Nei primi di anni di attuazione del programma, i risultati parlano di 526.650 visite pre e post natali (72%), 117.541 parti assistiti, 4.794 bambini gravemente malnutriti aiutati, 1.816 operatori comunitari e 1.191 operatori sanitari formati e 7.658 trasporti in ambulanza.

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“Il primo mese di vita è il più delicato - spiega Don Dante Carraro -. Il nostro non è solo un progetto, un obiettivo  che ci siamo dati: per tanti di noi, ormai, sta diventano la nostra vita, quello che ci tormenta, il pensiero con cui andiamo a dormire. Quando ti svegli la notte e senti l’ululato di una mamma che ha appena perso il proprio bambino, è un ricordo che ti segna e che ti resta dentro. E che ci fare dire bisogna fare di più”.

“Con questo impegno, riusciremo a dare la vita alle persone tutti insieme - chiosa Don Carraro -. Perché l’Africa ci insegna questo: coltivare il sorriso e la positività anche di fronte ai problemi”.

L’incontro si e poi spostato in Piazza Nettuno (VIDEO), alle 12, davanti all’installazione sistemata ai piedi del Gigante. Un momento conclusivo, dove a prendere la parola è stato anche Romano Prodi, presidente della Fondazione per la collaborazione tra i popoli. Ha partecipato anche l'arcivescovo di Bologna, Matteo Maria Zuppi.

La crisi del Sud Sudan al centro dell’intervento di Zuppi: "La guerra in Sud Sudan è quella tra le più dimenticate nel mondo – ha ricordato l’arcivescovo, spiegando perché la Cei ha deciso di impegnarsi sostenendo progetti di cooperazione nel paese –. Don Dante mi ha chiesto di andare a visitare il Sud Sudan e vedere il lavoro del Cuamm e ci vado molto volentieri, perché penso che da ogni incontro debba nascere qualcosa e questo evento di oggi a Bologna è solo l’inizio di un cammino insieme. Siamo sulla strada giusta, ma bisogna percorrerla insieme, con coraggio per il futuro dell’Africa".

Il finale a Romano Prodi, che ha detto: "C’è un attesa, un’attenzione, c’è simpatia per l’Italia da parte dell’Africa. Il ponte che il Cuamm ha lanciato con l’Africa, ormai quasi 70 anni fa, diventa una catena per cambiare la nostra percezione. Noi non ci rendiamo conto che da un rapporto corretto e serio con l’Africa dipende il nostro futuro".

COMMENTO Fare di più e meglio con l'Africa - di don Dante Carraro

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