MONICA RASCHI
Cronaca

Medici di base pochi, tantissimi i pazienti: “Per una visita oltre un mese di attesa”

Giuseppina, 84 anni, ex insegnante di Bologna: “Il primo posto libero l’8 ottobre”. I sindacati: “Per i problemi urgenti l’assistenza è sempre garantita”

Salvatore Bauleo (Fimmg) e Roberto Pieralli (Snami)

Medici di base: ne parlano Salvatore Bauleo (Fimmg) e Roberto Pieralli (Snami)

Bologna, 4 settembre 2024 – Telefona venerdì scorso per avere un appuntamento con il medico di famiglia e gli viene risposto che il primo posto disponibile è l’8 ottobre. Giuseppina Canè, 84 anni, ex insegnante, residente nella zona di Porta Castiglione racconta la vicenda.

“Venerdì 31 agosto ha telefonato per richiedere un appuntamento dal mio medico di famiglia: dopo 15 minuti di attesa ha risposto un call center che mi ha chiesto il mio nome, quello del medico e se avevo bisogno di ricette o di una visita – spiega –. Ho una serie di dolori articolari quindi ho risposto: una visita. ‘Bene, il primo posto libero è l’8 di ottobre perché è pieno’. E senza nemmeno che potessi avere il tempo di una richiesta di spiegazioni sul perché di tanta attesa e come poter, eventualmente, fare la telefonata era già stata chiusa. Non nascondo l’irritazione, talmente grande che non ho nemmeno richiamato”.

La signora Giuseppina sottolinea che questo medico, dopo il pensionamento dell’altro in aprile, è arrivato alla metà di luglio e lei lo ha visto solo una volta “e quella volta era filato tutto liscio, salvo che non riusciva a trovarmi come assistita sul computer ma dopo un po’ il mio nome è apparso. Questa volta non so cosa sia accaduto perché, ripeto, non mi è stata data la possibilità di avere una spiegazione. Quindi adesso non so cosa fare: al Cau (il Centro assistenza urgenza, ndr) non mi sento di andare, non ho molta fiducia e poi se c’è qualcosa da approfondire ti mandano in Pronto soccorso dove devi fare ore di attesa, allora meglio andare direttamente là. Andare da un medico a pagamento non lo trovo affatto giusto. Onestamente non so proprio cosa fare in questo momento”.

Salvatore Bauleo, segretario provinciale per Bologna e vice-segretario regionale della Fimmg (Federazione italiana medici di medicina generale) sottolinea che “le piattaforme, come quelle che ha utilizzato la paziente, sono molto diffuse e consentono ai cittadini di prenotare direttamente una visita nell’ambulatorio del proprio medico, senza passare per la segreteria o per il medico stesso ma, di solito tutti i medici prevedono posti per le urgenze, con accesso diretto nei propri ambulatori. Nessuno, credo, possa vietare alla signora di recarsi oggi stesso nell’ambulatorio del proprio medico e chiedere di essere visitata senza attendere un mese”.

Roberto Pieralli, presidente regionale dello Snami (Sindacato nazionale autonomo medici italiani) ammette che ci sono diversi problemi: “Intanto manca un accordo regionale sulla contattabilità dei medici di famiglia che indichino regole omogenee e uniformi, nell’ambito della Regione. L’ultimo è fermo al 2006, poi si dà la colpa ai medici di base. Comunque è vero che alcune visite programmate possono andare in là, ma tutti i medici, o quasi, tengono liberi degli slot per le visite urgenti in giornata. L’effettiva urgenza è chiaramente valutata dal medico”.

Per quanto riguarda le zone di copertura dell’assistenza dei pazienti, Pieralli afferma che “la situazione non migliora per niente, anzi peggiora. La Regione ha poi deciso di non fare una mappatura delle zone in cui i medici di base sono carenti nel secondo semestre di quest’anno perché sarebbero moltissime: la provincia è in sofferenza, soprattutto l’Appennino, ma la nostra grande preoccupazione è per l’anno prossimo”.

Il segretario Snami chiarisce: “Con il cambio della convenzione, dal primo gennaio con il medico di famiglia che dovrà fare anche la guardia medica e il servizio nei Cau, nessuno probabilmente, vorrà più fare il medico di medicina generale”.