Medici non vaccinati Ancora in sospeso il destino lavorativo di 150 professionisti

Il governo ha deciso di reintegrarli con due mesi di anticipo. La Regione ha convocato ieri la Cabina di regia Covid,. dovrà indicare all’Azienda Usl in quali reparti poterli ricollocare

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di Monica Raschi

Resta in sospeso, o almeno lo era ancora fino a tutto ieri sera, il destino lavorativo dei medici che non si sono vaccinati ma che sono stati reintegrati dopo la decisione adottata oltre una settima fa dal Consiglio dei ministri, che ha anticipato di due mesi lo stop per i sanitari non immunizzati che, inizialmente, era stato fissato per la fine di dicembre. Si resta in attesa delle indicazioni che dovrebbero essere fornite dalla Cabina di regia Covid, composta da virologi e specialisti, che è stata convocata dalla Regione ieri pomeriggio. A tutto ieri sera non erano state rese note le decisioni di tale organismo, alle prese con una questione non semplice da dirimere.

L’Ordine dei medici della provincia di Bologna, invece, ha preso atto del provvedimento dell’esecutivo nel giro di un paio di giorni. Come aveva spiegato Luigi Bagnoli, presidente dell’Ordine, la settimana scorsa: "Noi avevamo fatto una sospensione che era in scadenza il 31 dicembre. Ora questo provvedimento del governo di cui prendiamo atto. Quello adottato da noi è un procedimento di tipo amministrativo – aveva precisato – in quanto la sospensione è stata determinata perché il professionista non aveva le condizioni per fare il medico, non avendo fatto il vaccino. Non si tratta quindi di un procedimento deontologico".

Da qui, l’atto dell’Ordine, che decretava il reintegro dei circa 150 medici (odontoiatri compresi), presenti tra Bologna e provincia, che avevano deciso di non vaccinarsi.

Ma la questione spinosa è stata, fin da subito, come reintegrare questo personale. Più precisamente, in quali settori o reparti ospedalieri farli lavorare. Problema non da poco in quanto, anche la Regione, ha consigliato alle direzione delle Ausl di non procedere all’inserimento di medici non vaccinati in unità operative che ospitano pazienti fragili. Quindi niente contatti con persone sofferenti di patologie oncologiche e oncoematologiche, oppure che hanno subito un trapianto. Altra questione di non poco conto è quella che riguarda i medici di base non vaccinati, anche loro devono essere reintegrati ma, a differenza dei colleghi che lavorano in ospedale, loro non hanno possibilità di essere spostati in reparti diversi. I medici di famiglia hanno a disposizione un ambulatorio, dove sicuramente arrivano anche pazienti fragili. Non semplice capire come devono procedere questi medici. Tra le idee c’era chi suggeriva l’utilizzo di mascherine Ffp2, sia da parte di medici che pazienti, in modo da ridurre fortemente il rischio di contagio da Covid, con le varianti Omicron particolarmente aggressive. Ma, occorre sottolineare, che anche l’obbligo della mascherina è caduto. Quindi indossarla o meno resta una scelta di tipo individuale. Non resta che attendere le decisioni che devono arrivare dalla Cabina di regia Covid regionale.

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