Medicina dice addio all’uomo delle Azzorre

Pierluigi Bragaglia, 57 anni, è morto giocando a basket sull’isola dove aveva scelto di vivere e dove gestiva un’attività turistica

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di Matteo Radogna

La voglia di esplorare il mondo, di vedere cosa c’era oltre la Bassa, lo aveva portato nell’isola di Flores alle Azzorre, e fu amore a prima vista. Grazie a Pierluigi Bragaglia, originario di Medicina e scomparso l’altro giorno all’età di 57 anni, molti medicinesi hanno scoperto l’arcipelago portoghese in mezzo all’oceano Atlantico. Oltre a gestire per anni una locanda, poi venduta, scrisse nel 1987 la prima guida in Italia sulle Azzorre.

Una vita segnata da una ricerca incessante e una passione sconfinata per "un luogo ancora oggi vergine – sottolinea uno dei migliori amici di Bragaglia, Umberto Pizzirani –, dove non esiste malavita e dove il rapporto fra le persone è ancora naturale". Bragaglia se n’è andato mentre si dedicava a un’altra delle sue passioni: il basket. Durante una partita fra amici, è stato colto da un malore improvviso che non gli ha lasciato scampo. Bragaglia lascia il figlio Artur di 24 anni, la compagna Luisa, la mamma Francesca e il fratello Claudio. Il sindaco di Medicina Matteo Montanari è dispiaciuto, come tutti i medicinesi: "Una volta venne nel mio ufficio e mi regalò un libro su quella terra fantastica. Grazie a lui molti medicinesi hanno conosciuto le Azzorre". Pizzirani, tramite amici conobbe negli anni ‘80 Bragaglia, e divennero subito inseparabili: "Avevamo la stesso passione per i luoghi ancora incontaminati. Volevamo provare a vivere fuori dall’Italia. Dopo tanti viaggi nelle Azzorre alla ricerca di una casa, trovammo un edificio nell’isola di Flores, che fu trasformato in una locanda per i turisti. Eravamo tre soci, ma, ad un certo punto, pur rimanendo grandi amici, le nostre strade si separarono. Dopo tanti anni, Pierluigi ha venduto la locanda dedicandosi ai suoi libri". Pizzarani è addolorato: "Pierluigi era uno sportivo e, quando ho saputo della sua scomparsa, sono rimasto sorpreso. La sua era una vita in movimento. Viaggiava spesso anche al di fuori della Azzorre. Giocava ovunque a basket e spesso sia muoveva per raggiungere la compagna Luisa, anche lei grande viaggiatrice. Con lui frequentammo i primi corsi di portoghese e ricordo i bellissimi weekend a Lisbona".

A Medicina Bragaglia aveva fatto parte della squadra di basket amatori ‘Virtus rifiuti’ e nella categoria juniores aveva giocato per la Fortitudo.

"Ho scelto Flores per l’aria pura – raccontava –, il mare e la pesca, i laghi e le cascate, la scarsa densità di popolazione, il clima ameno, il costo della proprietà inferiore e la maggior possibilità di tempo libero".

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