Medicina zona rossa, niente malattia per i lavoratori

Il governo scarta un emendamento del Pd che avrebbe aiutato chi è stato bloccato per tre settimane in casa. Un nuovo tentativo sarà fatto a fine mese

Medicina, dichiarata zona rossa dalla Regione lo scorso 16 marzo (Foto Schicchi)

Medicina, dichiarata zona rossa dalla Regione lo scorso 16 marzo (Foto Schicchi)

Bologna, 6 luglio 2020 - Niente riconoscimento della zona rossa come motivo di malattia sul posto di lavoro: è una beffa atroce quella che il governo giallorsso ha apparecchiato per i lavoratori di Medicina, già in attesa da mesi di un provvedimento dell’Inps e finora mai arrivato. Medicina venne dichiarata zona rossa il 16 marzo scorso per decisione della Regione e non dello Stato. E qui sta l'inghippo burocratico.

Cosa è successo ora? Il Pd aveva lavorato negli ultimi giorni in Parlamento per sbloccare la situazione, preparando un emendamento ad hoc da inserire nel decreto Rilancio che sarà approvato da qui a poche ore a Montecitorio. Peccato che Palazzo Chigi abbia deciso di scartarlo: a quanto pare, dicono i deputati democratici, perché il Ministero dell’Economia non avrebbe dato il suo assenso.

A fine mese, quando in Parlamento arriverà il decreto sugli ammortizzatori sociali, sarà fatto un nuovo tentativo di far approvare l’emendamento, ma, per ora, la situazione resta la stessa di mesi fa: i lavoratori di Medicina che non sono potuti andare a lavoro nel periodo della ‘zona rossa’ non hanno altra scelta che giustificare quei giorni di assenza come ferie o permessi di vario genere.

A tale proposito, in mattinata, si era espresso anche il consigliere regionale del Pd, Giuseppe Paruolo, che aveva depositato un’interrogazione in Regione. E in serata è arrivata la reazione del presidente della Regione, Stefano Bonaccini: "Chiederò un incontro e un chiarimento al Governo, perché cosi' diventa complicato immaginare la ripartenza", scrive sui social il governatore. Che nel post cita anche altre questioni che suggeriscono la necessitaà di un chiarimento con l'esecutivo Conte. "Il decreto legge 34, in conversione alla Camera, ha visti respinti emendamenti che darebbero risposte sacrosante ad alcune categorie di cittadini", scrive Bonaccini. "Penso ad esempio ai lavoratori di Medicina, Comune del bolognese sottoposto alle restrizioni di zona rossa per tutelare la salute di tutto il paese: impossibilitati a recarsi al lavoro, quei lavoratori si vedono negare ancora una volta il diritto ad accedere agli ammortizzatori sociali".

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