Medicivitas: "La tempesta ci ha spazzato via"

Gabriele Cavazza, uno dei fondatori del centro civico di Medicina al centro dei contagi: "Non so immaginare se ci sarà un futuro"

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La chiama ‘tempesta’ Gabriele Cavazza, uno dei fondatori del centro sociale Medicivitas, come se il Coronavirus fosse una calamità naturale, che, invece delle case, ha spazzato via un sogno. L’ex casa del popolo, nel cuore di Medicina, rappresentava questo per i primi iscritti. Artigiani e pensionati, dopo tanti sacrifici, erano riusciti a trasformare una vecchia struttura in un luogo ricreativo, formativo e culturale. Una tempesta, per l’appunto, è arrivata a spazzare via tutto abbattendosi sui volontari, che hanno dovuto fare conti con i decessi di amici e parenti.

L’ultima perdita è stato l’ennesimo colpo al cuore: Franca Onghi, moglie di Walter Borgonzoni uno dei primi iscritti, era una volontaria storica. Il destino del Medicivitas ora sembra segnato: "Non riesco a immaginare quale sarà il futuro – scrive in una toccante lettera Cavazza –, ma vorrei che i nostri concittadini conoscessero chi siamo e che cosa abbiamo costruito con la nostra forza e la collaborazione di tanti volontari che hanno dato la loro disponibilità per far sì che il centro potesse crescere. Tanti artigiani e pensionati ci hanno permesso di affrontare tutte le difficoltà. Per non parlare dei 18 soci che in turni settimanali facevano servizio al bar. Oltre a questo, nel periodo estivo, c’erano le attività all’esterno con crescentine, musica e ballo. Tutto ciò ci ha reso autosufficienti. Eravamo felici di avere ravvivato un angolo del paese, con tanti investimenti. Siamo riusciti a pagare tutto nonostante un affitto di 23mila euro l’anno. Avevamo anche in progetto di costruire l’ascensore per i soci anziani. Tante attività, ma il fiore all’occhiello del centro era il doposcuola frequentato da 90 ragazzi delle elementari e medie".

Cavazza non sa come sia arrivato il Coronavirus: "So, però, che si è propagato con facilità fra di noi. E dire che il 3 marzo abbiamo chiuso alle prime avvisaglie. A volte sentiamo un senso di colpa per i tanti contagiati, ma purtroppo è stato come un grande temporale, che con i suoi fulmini ci ha colpiti. Vorrei esprimere le mie condoglianze alle famiglie degli amici che ci hanno lasciato un vuoto incolmabile. Il Medicivitas è un palazzo al quale sono venute a mancare colonne portanti". E poi ricorda l’ultima scomparsa: "La perdita di Franca Onghi mi obbliga a ricordare chi eravamo e cosa abbiamo creato assieme a suo marito, Walter Borgonzoni. Ora tutto ciò potrebbe essere vanificato dalla tempesta. Voglio esprimere alla famiglia Borgonzoni le condoglianze da parte di tutti". Matteo Radogna

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