Bologna, il medico Giampaolo Amato indagato anche per la morte della suocera

L’ex medico sociale della Virtus è già accusato di aver avvelenato la moglie, la ginecologa Isabella Linsalata, nell’ottobre del 2021. Serviranno ulteriori analisi per il caso di Giulia Tateo, deceduta 22 giorni prima della figlia

Bologna, 12 aprile 2023 – Il medico ex Virtus Bologna Giampaolo Amato, 64 anni, risulta indagato anche per la morte della suocera, Giulia Tateo, morta 22 giorni prima della figlia, la ginecologa Isabella Linsalata, 62 anni.

Emerge dall'ordinanza di custodia cautelare firmata dal gip Claudio Paris, dove si sottolinea però che gli esiti medico-legali su questo secondo caso di possibile omicidio con somministrazione di farmaci sono da intendersi “come preliminari e necessitanti di indagini di conferma”.

Le analisi sono “risultate positive a Midazolam ed al suo metabolita”, ed è emerso anche il sospetto della presenza di sevoflurano nel prelievo di polmone. 

Giampaolo Amato e Isabella Linsalata in una foto di famiglia con la figlia, oggi trentenne
Giampaolo Amato e Isabella Linsalata in una foto di famiglia con la figlia, oggi trentenne

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"Avvelenò la moglie con una tisana”

L’oculista Amato è accusato di omicidio aggravato, peculatodetenzione illecita di sostanze psicotrope: per la Procura e i carabinieri uccise la moglie, Isabella Linsalata, nell’ottobre del 2021 per vivere una nuova relazione con l’amante, di 30 anni più giovane, e anche per motivi economici. 

La ginecologa è morta in seguito alla somministrazione di una dose massiccia di Midazolam, una benzodiazepina, e sevoflurano, un anastetico ospedaliero, probabilmente dopo aver ‘corretto’ una tisana. 

Secondo il Gip, le sostanze sarebbero state sottratte nei giorni precedenti da uno degli ospedali dove Amato lavorava come medico.

La donna sospettava sin dall'inizio del 2019 che il marito le somministrasse a sua insaputa sostanze tossiche, anche se con ogni probabilità escludendo che l'uomo volesse in quel modo ucciderla.

Su una bottiglia di vino bevuta nel maggio 2019 da Isabella Linsalata, tre anni dopo sono state trovate trovate tracce di Midazolam, la stessa sostanza poi rilevata dal medico legale nell'autopsia. La bottiglia è stata conservata e consegnata agli investigatori dalla sorella della vittima.

Amato si dichiara innocente e argomenta che la moglie, depressa, assumeva già farmaci e ansiolitici ipotizzando così un gesto autoinflitto. 

La telefonata dell’amante all’amica: “Pazzo furioso”

L’intercettazione dell’amante di Amato in una telefonata del primo aprile 2022 con l’amica emerge dalle carte dell’inchiesta. “Questo riesce ad essere un pazzo furioso, ma davvero noi siamo convinti che lui... non si sia fatto venire un momento di delirio, perché io in quel periodo non gli rispondevo più al telefono, non ci sentivamo più”.

E poi: “Ma secondo te, ci dobbiamo veramente iniziare a pensare, questo qua fuori di testa può aver fatto qualcosa quella sera?”.

Per gli investigatori, "questo qua” sarebbe Giampaolo Amato.

Il Gip osserva: “mette in campo l'ipotesi che davvero Amato possa aver ucciso la moglie” la sera tra il 30 e il 31 ottobre 2021, e questa circostanza è, secondo il giudice, “elemento a carico di straordinaria importanza”. 

Un anno e mezzo di indagine

L’indagine è stata condotta dai carabinieri del nucleo investigativo, guidati dal comandante Giuseppe Nardò e coordinati dal pm Domenico Ambrosino. La misura di custodia cautelare in carcere per l’indagato è stata eseguita sabato. 

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