Bologna, medico caccia paziente: "Non mi piacciono Putin e i russi"

Lidia Davidenco, studentessa disabile dell’Alma Mater, le aveva chiesto di compilare un certificato. La giovane ha denunciato la dottoressa

Lidia Malica Davidenco, 19 anni, origini russe, è nata in Italia ed è cittadina italiana

Lidia Malica Davidenco, 19 anni, origini russe, è nata in Italia ed è cittadina italiana

Bologna, 30 marzo 2022 - "Andate via, siete russi, non venite più nel mio studio". Si sarebbe rivolta così a una ragazza di origini russe, invalida al cento per cento, il medico di base che l’ha in cura da anni. A raccontarlo è la stessa giovane, Lidia Malica Davidenco, 19 anni, residente a Casalecchio di Reno e studentessa dell’Alma Mater, che ha deciso di denunciare la professionista per diffamazione aggravata e di presentare un esposto all’ordine dei medici.

Questo il racconto della giovane. È il 21 marzo quando la studentessa, iscritta al corso di Economia del turismo europeo a Rimini, affetta da sordità al 99%, si reca nello studio della sua dottoressa, sempre a Casalecchio, per chiederle di compilare un modulo che attesti la sua disabilità. Le serve per acquistare un computer da usare all’Università a Iva scontata come prevede la legge per chi ha la sua patologia.

La dottoressa, però, convinta che l’attestazione debba essere rilasciata da un otorino, va a consultarsi con un altro collega. Poi, quando la ragazza le fa notare, che già altre volte le aveva rilasciato il documento, perde la pazienza e allontana la giovane dall’ambulatorio chiamando anche i carabinieri. Sul posto, nel frattempo, arriva anche la nonna della ragazza che cerca, a sua volta, di convincere il medico che, però, reagisce male.

"Andate via – avrebbe detto di nuovo alla ragazza annunciandole che l’avrebbe tolta dall’elenco dei pazienti –. Non mi piacciono i russi, non mi piace Putin". Nel frattempo arrivano i carabinieri che, riportata la calma, invitano la professionista a compilare il modulo della discordia.

"Sono nata in Italia e sono cittadina italiana – spiega Lidia –. Sono paziente della dottoressa da anni e, fino allo scoppio della guerra in Ucraina era sempre stata disponibile, corretta e professionale. Tra l’altro, sono dovuta tornare nel suo studio il giorno dopo perché il modulo non era stato compilato in modo esaustivo. Non riesco a capire cosa le sia successo: che colpa abbiamo, io e i miei familiari, per quello che sta succedendo?".

Lidia guarda comunque avanti: "Russi e ucraini sono popoli fratelli – ci tiene a sottolineare –. Vedere ragazzi, donne e bambini che muoiono è terribile. Prego che questa tragedia finisca al più presto". La studentessa, intanto, prosegue con i suoi studi e non chiede "nessun trattamento speciale per le sue condizioni". "Mi devo preparare bene per gli esami – conclude – e non voglio pensare più a questo brutto episodio".

La famiglia di Lidia, ad ogni modo, si è affidata all’avvocato Alessio Anceschi del foro di Modena che conferma la situazione complessa che stanno vivendo i cittadini russi che abitano in Italia. "Ho notizia di altri episodi discriminatori che è doveroso non tacere e perseguire con gli strumenti che la legge ci mette a disposizione – sottolinea il legale –. I cittadini italiani continuano a dimostrarsi accoglienti ed equilibrati, ma purtroppo, e questo caso ne è la prova, c’è sempre qualche eccezione".

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