Mercalli: "L’Alma Mater guidi la svolta green"

Per il climatologo tecnica e filosofia sono fondamentali per salvare l’ambiente: "Senza queste componenti i soldi non servono a nulla"

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di Francesco Zuppiroli

"La sostenibilità? È la sfida più grande dell’umanità e l’ora per affrontarla è già scattata". Non ha dubbi Luca Mercalli, climatologo e divulgatore scientifico che venerdì ha partecipato a ‘L’ingegneria a supporto di ricerca e innovazione per imprese e territorio’, l’evento organizzato dal Dicam di Ingegneria. Un appuntamento per affrontare il tema della sostenibilità ambientale, sociale, economica e gettare le basi degli interventi necessari da parte di grandi aziende ed esperti ricercatori.

Mercalli, come valuta il posizionamento di Unibo e del Dicam in particolare rispetto alla sostenibilità ambientale?

"Molto positivamente. Se guardiamo la crescita portata avanti nell’università negli ultimi dieci anni rispetto al tema, venerdì abbiamo assistito a un evento in cui il Dicam ha dimostrato di lavorare con la sostenibilità come ago della bussola".

Cosa si può fare ancora?

"Un ulteriore salto in avanti. Non tutto diventa sostenibile solo per il metodo, perché lo caratterizziamo di un processo sostenibile. È arrivato il momento di aggiungere un po’ di filosofia".

Cioè?

"Cioè iniziare a ragionare sul dove stiamo andando e perché, non solo come. Gli ingegneri devono farsi ulteriore carico di analizzare se l’obiettivo stesso dei processi sia effettivamente sostenibile. Occorre analizzare le finalità, perché non possiamo più permetterci certi lussi".

Può essere più specifico?

"Faccio un esempio. L’ambiente è arrivato a un punto in cui è necessaria una dieta. In cui sono obbligatori dei sacrifici e siamo davvero all’ultima chiamata. Ma una dieta non è mai semplice da chiedere, eppure arriva un punto in cui va fatta e anche in modo ferreo. Ci sono aziende oggi che possono lavorare e produrre in modo sostenibile, eppure è il risultato finale del loro lavoro che sostenibile non è. Non importa avere la ruspa eco-sostenibile se poi la utilizziamo per cementificare suolo vergine".

Quindi cosa fare?

"Occorre che le università come l’Unibo si pongano alla guida della transizione, come insieme di tutti i saperi, per mettere in campo le soluzioni per essere davvero sostenibili, dall’inizio alla fine. Le università devono guidare il processo, appunto con tecnica, ma anche con filosofia".

E risorse…

"Certo, ma le risorse sono un mezzo per tecnica e filosofia. Senza queste componenti i soldi non servono a nulla. Se poi guardiamo al nostro Pnrr, scopriremo come in Europa sia uno di quelli che stanzia minori risorse alla sostenibilità. Questo non è più ammissibile, non si può più pensare di incentivare l’economia nera piuttosto che quella verde. Con i fondi previsti non si potranno raggiungere i risultati auspicati. Meglio invece le risorse previste per la ricerca".

Visto così, pare uno sforzo enorme.

"Lo è, tanto quanto è indispensabile arrivati a questo punto. La sostenibilità è una grande sfida che va presa in blocco. L’Unibo ha tutti gli ingredienti per vincere questa sfida, ma solo se tutte le discipline, in tutte le parti del Paese sapranno lavorare assieme come qui a Bologna".

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