Metalmeccanici, tanti i contagi "Ma pochi screening per paura"

La denuncia della Fiom: "Perché il rischio è di bloccare la produzione". Su oltre 30mila operai, 672 sono in quarantena

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Contagi alle stelle e "una ritrosia" nello screening. La Fiom-Cgil fotografa il comparto dei metalmeccanici e le pesanti ripercussioni che il Covid ha avuto sull’intero comparto: l’indagine sulla situazione sanitaria, aggiornata alla prima settimana di aprile su un totale di 162 aziende e 30.462 dipendenti coinvolti, parla di 726 casi di positività in atto (2,8% di tutti gli addetti) e 2.697 contagi complessivi (8,85%), con 672 lavoratori attualmente in quarantena.

Numeri che non fanno sorridere, nonostante l’intero sistema abbia retto con la ripresa a pieno regime delle attività. Ma i nodi che preoccupano di più sono altri: se otto aziende non hanno fornito i dati ai delegati sindacali, si registra "una ritrosia diffusa" nelle attività di screening. Il 38% delle imprese non ha infatti effettuato il tampone ai lavoratori delle aree coinvolte dopo un primo caso di positività, mentre nel 57% dei casi l’azienda non ha svolto uno o più screening con test a tutta la forza lavoro. I sopralluoghi dell’Ausl? Solo nel 30% dei casi.

"La ritrosia, più che per i costi, è per la paura di trovare contagi che blocchino l’attività lavorativa" ragiona Michele Bulgarelli, segretario della Fiom. "Facciamo una quarantina di controlli a settimana, la percentuale di chi non rispetta le regole è molto bassa", assicura Giacomo Stagni, confermando che, invece, la situazione in altri settori produttivi sfugge ai controlli dei sindacati.

"C’è un numero di casi importante – aggiunge Marco Colli, responsabile delle politiche su salute e sicurezza –, ma in gran parte delle aziende si è lavorato. Non bisogna accontentarsi: c’è comunque qualche neo, i casi scoperti ‘alla macchinetta del caffè’ non vanno bene". E se il piano vaccinale deve restare pubblico per non generare "lavoratori di serie A e serie B", sulle conseguenze dello sblocco dei licenziamenti i rappresentanti Fiom promettono: "A Bologna la reazione sarebbe molto forte".

fra.mor.

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