BEPPE BONI
Cronaca

Metropolitana sabotata dalla politica

La Linea rossa del tram divide la città, crea disagi rendendo la vita impossibile a chi usa l’auto e non sarà fonte di ulteriore guadagni per i negozi: perché non si è pensato a una metropolitana? Con le nuove tecnologie si fanno scavi in profondità, e le ruote delle bici non troverebbero impedimenti pericolosi. Vogliamo costruire il ponte sullo stretto e non riusciamo a fare una metropolitana a Bologna. Una vergogna.

Stefano Ronconi

Risponde Beppe Boni

Un concetto si è rivelato chiaro negli anni. La metropolitana a Bologna non è stata fatta per volontà politica. Se l’hanno realizzata a Roma, culla dell’antichità, piena di reperti archeologici si sarebbe potuta fare anche da queste parti.

Nella discussione del passato è stata aggiunta la motivazione dei costi elevati e della scarsa sostenibilità. La metro sotto le Due torri era stata studiata e progettata dalla giunta del sindaco Giorgio Guazzaloca, ma finì nel nulla quando Guazza dovette cedere il posto a Sergio Cofferati.

Nel 1999 la giunta guazzalochiana concepì la Metropolitana automatica bolognese: tutta sottoterra, guida automatica computerizzata e piccoli convogli. Una linea doveva coprire il tratto ad alta intensità di traffico, Fiera-stazione-parcheggio Staveco, mentre l’altra avrebbe collegato piazza dell’Unità con l´aeroporto. Il progetto aveva già ottenuto l’ok per il finanziamento, ma Guazza perse le elezioni.

Cofferati virò verso metà percorso sotto terra e metà sopra. Il successivo sindaco Flavio Delbono, durato pochissimo, non portò a termine il piano sempre avversato da Regione e Provincia. Se Guazza fosse stato di sinistra la metro sarebbe realtà.

e-mail: beppe.boni@ilrestodelcarlino.it