"Mi hanno cancellato l’ecografia Ma c’era posto in libera professione"

Il Policlinico: "Ci scusiamo, l’esame non è stato riprenotato per un disguido. Rimborseremo l’utente"

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Un’ecografia prima prenotata e poi cancellata. Il caso è accaduto al Sant’Orsola e il protagonista della storia ha preso carta e penna per presentare reclamo al Policlinico. "Sono seguito dall’oncologia dell’ospedale che mi ha prescritto mesi fa una visita di controllo post intervento a ottobre e prima una tac e un’ecografia all’addome. Gli esami erano stati prenotati per il 26 settembre, ma il 19 settembre ho ricevuto una telefonata dall’ospedale in cui un’operatrice mi diceva che la l’ecografia era stata cancellata su disposizione del responsabile della struttura per carenza di medici", spiega Giovanni Battista Manduca, 73 anni. A quel punto "ho fatto presente che il reparto di Radiologia non poteva cancellare la prenotazione – prosegue –, semmai avrebbe dovuto riprogrammare la data in concomitanza con la visita fissata il 12 ottobre. Ma l’operatrice ribadiva di non poter fare nulla, anche se io la invitavo a parlare con il medico responsabile del reparto, chiedendole di richiamarmi". Passano due giorni, Manduca non riceve telefonate, prova a chiamare lui con i numeri a disposizione, ma senza risultato. "Allora ho prenotato l’ecografia in libera professione, spendendo 172 euro, anche se ho l’esenzione per patologia. Ho potuto spendere questi soldi, ma ho segnalato il mio caso per chi non può farlo". La direzione sanitaria del Sant’Orsola ricostruisce la vicenda: "Ci scusiamo con il signor Manduca perché la prestazione sanitaria di cui non ha potuto usufruire andava effettivamente riprenotata. Ciò non è avvenuto a causa di un disguido dovuto a un difetto nella circolazione delle informazioni. Disguido per cui sono già state poste in essere misure per evitarne che si ripeta. Il signor Manduca è stato contattato personalmente anche dalla direttrice dell’Unità Operativa di Radiologia, la professoressa Rita Golfieri, che lo ha rassicurato oltre che sul rimborso dovuto della prestazione eseguita privatamente, anche sul fatto che la prestazione in quel momento non era disponibile nella sua unità operativa ne in attività istituzionale ne in libera professione. La prestazione, infatti,è stata poi erogata privatamente da un’altra unità operativa". A questo punto, "se mi ridanno indietro i 172 euro li darò in beneficenza", conclude il paziente.

Donatella Barbetta

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