"Mi hanno intubato, pensavo di non farcela"

L’incubo di Davide, 46 anni: "I medici mi dissero che era l’unica soluzione. Allora ho chiesto il telefono per salutare la mia famiglia"

L'incubo di Davide, 46 anni: "Mi hanno intubato, pensavo di non farcela"

L'incubo di Davide, 46 anni: "Mi hanno intubato, pensavo di non farcela"

di Nicola Bianchi

Immaginatevi la scena: terapia intensiva, sei in un letto da giorni tra la vita e la morte per quella maledetta variante inglese che ti sta mangiando poco a poco. Ti si avvicina un medico, nascosto dietro a scafandro bianco, mascherina e visiera. Vedi solo i suoi occhi, poi senti, flebile, la sua voce: "l’unica soluzione è intubarti". L’anestesista ti stringe la mano. Tu realizzi a fatica e fai un cenno con la testa: "Se è così, procediamo...". Sarebbe una straziante scena di un film drammatico, dove alla fine c’è chi ce la fa e chi invece no. Purtroppo non è un film, bensì si chiama realtà. La nostra realtà quotidiana da oltre un anno. E quella ’scena’ ha come protagonista un budriese di 46 anni, che all’anagrafe fa Davide Mengoli.

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"Ero sano". "Non avevo patologie pregresse – racconta a fatica dal letto della Subintesiva del Sant’Orsola dove ieri alle 12, dopo quasi un mese sdraiato, è stato rimesso in piedi –, nessun problema ai polmoni, nessuna bronchite, nulla al cuore o altro". Sano come un pesce. Succede poi che il 18 febbraio, al ritorno dal lavoro – artigiano della Dal Pozzo Verricelli – inizia a stare male. Febbre: 38.5. Il medico di base gli prescrive il tampone che farà il giorno dopo: positivo. Così moglie e figlio di 15 anni, ancora prima i suoi suoceri. "Mia suocera è stata curata a casa, mio suocero invece l’abbiamo visto andare via con il 118 e dall’ospedale non è più tornato". Ucciso dal Covid a 86 anni.

Davide, intanto, peggiora. "Ero molto debilitato, non mi rendevo conto di cosa stava accadendo". Perché in pochissimo tempo la bestia stava prendendo il sopravvento anche su di lui.

Ricoverato. "Mia moglie ha chiamato il 118, i sanitari sono stati uno spettacolo. Al pronto soccorso meravigliosi. Subito gli esami, alla sera sono stato ricoverato e il giorno dopo trasferito in terapia intensiva".

"E’ entrato il 2 – racconta la direttrice del padiglione 25, l’anestesista Daniela Di Luca –, un paio di giorni in semintensiva poi la decisione di intubarlo".

"Ho sentito una mano afferrare la mia, – riprende Davide – poi quella voce". Con le normali terapie, le condizioni cliniche del 46enne non sono più gestibili. "Risposi che se quella era l’unica via, di procedere. Ma chiesi solo un favore, pensavo fosse il mio ultimo desiderio".

"Non preoccupatevi". Davide chiede il telefono, vuole salutare moglie e figlio. "In quel momento temevo di morire e di non vederli più...". La sua voce si blocca, piange come un bambino. "Ho detto a mia moglie di stare tranquilla e di prendersi cura di nostro figlio. Non sapevo cosa sarebbe accaduto da lì in avanti. Li ho salutati". Gli occhi poi si chiudono, la sedazione inizia il suo effetto. Ed è come cadere in un lungo letargo. "Se sei credente, preghi. Se non lo sei puoi solo sperare".

All’inferno e ritorno. Ma da quel "letargo" il 46enne si sveglierà. "Davide è andato benissimo", riprende con gioia la dottoressa Di Luca. Venerdì ha lasciato la terapia intensiva, oggi potrebbe già essere trasferito in reparto. "Appena risvegliato – dice ancora lui – ho chiamato casa. Quando hanno visto il mio numero sul display, hanno iniziato a piangere. E io con loro". Resterà indelebile il ricordo, il dolore di aver visto morire tante, troppe persone. "Una cosa terribile". Ma se oggi può raccontare, dice, è solo grazie agli angeli: "Anzi, molto di più di angeli". Tradotto: "medici, infermieri, tutto il personale sanitario". Al lavoro ’h24’, senza sosta, con reparti zeppi e ricoveri continui: il letto di Davide ora è occupato da un ragazzo di 27 anni.

Non manca, alla fine, un appello a chi ancora pensa che la bestia non esista o che tanto a me non succederà. "Usate la mascherina, abbiate meno contatti possibili. E vaccinatevi. Perché il Covid può uccidere chiunque".

 

 

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