Green Pass Bologna: "Mi vaccino solo per il pass"

Le voci di chi decide adesso di sottoporsi alla prima dose: "Avrei atteso ancora, ma almeno così evito di fare il tampone ogni due giorni"

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di Giorgia De Cupertinis

Sul viale dell’hub vaccinale Cicogna, a San Lazzaro, sfila in uscita una lunga coda di persone. C’è chi rilegge i moduli compilati, chi con fretta recupera l’auto nel parcheggio e chi segna in agenda l’appuntamento successivo in cui ritornare per la seconda dose. Dopo un lungo temporeggiare, non sono stati pochi i cittadini che hanno scelto di compiere ora il primo passo: soltanto ieri pomeriggio, nel centro vaccinale, sono stati fissati più di un centinaio di appuntamenti per la prima somministrazione. A posticipare fino a ottobre la prima dose ci sono motivazioni e storie diverse, come quella di Ferdinando Antignani, giovane bolognese d’adozione, trasferitosi in città da pochi anni. Se a frenarlo nei mesi precedenti era qualche incertezza, dopo l’obbligo del Green pass per accedere ai luoghi di lavoro, le esitazioni del giovane hanno fatto spazio a una tangibile voglia di ripartenza.

"Non sono mai stato contrario al vaccino – attacca –, ma in questi mesi ho voluto temporeggiare proprio perché volevo esserne convinto al cento per cento. A oggi, però, mi rendo conto che la certificazione verde serve per la maggior parte delle attività: sono un grande amante dei film, mi piace andare al cinema e a mangiare fuori, ma per continuare a seguire le mie passioni devo mostrare di essermi vaccinato. Il mio cambio di passo è stato poi decisivo dopo il 15 ottobre, quando è entrato in vigore l’obbligo del Green pass anche per andare al lavoro, che per me rimane l’aspetto più importante di tutti". Ferdinando, subito dopo la vaccinazione, prosegue così: "Sono un imbianchino, ma dato il difficile periodo sono attualmente fermo. Invio ogni giorno curriculum e le aziende richiedono puntualmente il Green pass: è per questo motivo, dunque, che non ho esitato a prendere appuntamento per la prima dose, che mi consentirà di procedere e di cercare lavoro più facilmente. Fare un tampone ogni due giorni sarebbe una spesa ingente, che non ho mai preso in considerazione: tra queste due scelte, ho fin da subito preferito vaccinarmi. Scendo così a compromessi, ma lo faccio con il sorriso. Stiamo tutti attraversando un momento complicato e credo che buttarsi giù e rimanere contrariati non serva a nulla".

Ma tra la folla rimane anche chi, dopo la prima dose, nasconde sotto la mascherina un’espressione dubbiosa. Elena Pesaro, tecnico amministrativo dell’Università, ha fissato ieri pomeriggio l’appuntamento per la prima dose vaccinale. Le sue perplessità, però, non sembrano affievolirsi nemmeno dopo la somministrazione.

"Idealmente rimango a sfavore del Green pass perché mi rimangono molti dubbi – sottolinea – e la mia prenotazione per la prima dose è esclusivamente legata all’obbligo entrato in vigore venerdì: avrei aspettato ancora, ma ho preferito fare il vaccino piuttosto che dover effettuare un tampone ogni due giorni – puntualizza Elena –. Chi vuole lavorare e avere una vita sociale deve, attualmente, scendere a compromessi. Diverse titubanze mi hanno accompagnato fino al momento prima di entrare: alla fine ho preso questa scelta, augurandomi che la situazione riesca a migliorare quanto prima".

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