Bologna, la denuncia: "Mia moglie mai visitata al Pronto soccorso"

Un uomo presenta un esposto dopo un mancato triage al Maggiore. Intanto, bozza di accordo tra Regione e sindacati per le emergenze

Il pronto soccorso dell'ospedale Maggiore

Il pronto soccorso dell'ospedale Maggiore

Bologna, 30 aprile 2022 - Una donna con mal di testa e vomito si è presentata al Pronto soccorso del Maggiore, ma non è stata visitata, come denuncia il marito. Il coniuge l’ha poi condotta nel Pronto soccorso di Vergato dove è stata visitata, ma ha presentato un esposto ai carabinieri dopo in cui ha scritto che "il 27 aprile, tra 15 e le 16, mi sono recato al Pronto soccorso dell’ospedale Maggiore perché mia moglie presentava una tumefazione sottomandibolare, nel lato sinistro, con un forte dolore all’orecchio e alla testa. Al triage – prosegue – l’infermiere di turno, senza fare una valutazione della condizione clinica, decide di mandarla a casa perché essendo un codice bianco, secondo lui, non necessitava di cure. Dopo vari tentativi di convincerlo, gli dico che sta facendo un triage out".

La replica dell’ausl

L’infermiere, come precisa l’Ausl in una nota, riferisce che nel pomeriggio del 27 aprile, si è presentata una paziente con una richiesta cartacea per eseguire una visita urgente otorinolaringoiatrica affermando che si era già presentata direttamente dall’otorino il quale gli suggeriva l’accesso in Pronto soccorso. L’infermiere le chiedeva se fosse già andata al Cup per prenotare la visita, considerando il fatto che era in possesso di una richiesta medica urgente dematerializzata. La paziente rispondeva negativamente e l’infermiere spiegava che quella ricetta non era valida per un percorso fast-track da Pronto soccorso verso il reparto di otorino. A quel punto l’infermiere chiedeva alla paziente se volesse essere registrata riferendole che, in questo caso, avrebbe atteso per eseguire la visita con un medico internista e sarebbe andata dall’otorino solo su indicazione di quest’ultimo. La paziente preferiva recarsi al Cup per accertare le tempistiche con cui eseguire la visita. Dopo 15-20 minuti giungeva al triage, accompagnato dalla guardia giurata di turno, il marito della paziente con il quale non è stato possibile chiarire che in Pronto soccorso, nella fascia oraria a cui si è presentata la paziente, non è previsto un percorso diretto per la visita in otorino. L’Azienda Usl resta a disposizione per chiarire i differenti percorsi: di accesso al Pronto soccorso e quelli di esecuzione di una visita urgente, prescritta dal medico di medicina generale.

I pronto soccorso

La fotografia del Pronto soccorso del futuro è contenuta in quattro pagine: dopo mesi di incontri sulle criticità delle strutture di emergenza, dalla Regione è stata inviata ai sindacati la bozza di un verbale di intesa, quindi ci saranno probabili ritocchi fino alla versione finale, e adesso si aspettano le firme. "Si tratta di una bozza di accordo sulla quale speriamo possa perfezionarsi quanto prima un’intesa con tutte le parti sociali", sottolinea Raffaele Donini, assessore regionale alle Politiche per la salute. Si parte osservando la "significativa riduzione del numero di personale medico", e "una prima linea di intervento, da sviluppare con carattere di urgenza, è diretta a fornire linee di indirizzo alle aziende sanitarie per favorire l’efficace e omogeneo impiego degli strumenti di reclutamento". Alcune proposte riguardano gli specializzandi e c’è anche l’idea per le Aziende di programmare "prestazioni aggiuntive, in regime di libera professione intramuraria, al proprio personale medico" e al fine di "potenziare il personale presente nei turni notturni eo festivi o nelle sedi che presentano le maggiori criticità" e "può essere valorizzato, su base volontaria, l’apporto di medici operanti in diversi contesti organizzativi". Inoltre, tra le misure organizzative da favorire, l’avvio di "ambulatori per i codici a bassa criticità" nei Pronto soccorso con accessi maggiori a 25.000, "gestiti da medici di continuità assistenziale, a cui sono titolati a partecipare medici di medicina generale, corsisti m.m.g. e medici in formazione specialistica". Inoltre, "occorre promuovere una maggiore integrazione del medico di emergenza territoriale".

Ricorrere ai medici del 118 per ‘salvare’ i Pronto soccorso "è un buon punto di partenza", ma serve anche "strutturare un piano con incentivi premianti" per trattenere i professionisti in fuga. Il sindaco Matteo Lepore, ha risposto così in Consiglio comunale alle interrogazioni della civica Samuela Quercioli e della consigliera Fdi Marta Evangelisti. "Siamo al corrente delle difficile situazione, specie al Maggiore", dice Lepore, nella risposta letta in aula dall’assessore Massimo Bugani. L’amministrazione, aggiunge il sindaco, ha in atto un confronto sul tema con l’Ausl e con l’assessore Donini.

Bollettino

I contagi da 1.155 sono saliti a 1.197, i pazienti nelle terapie intensive sono 10, numero invariato, mentre hanno perso la vita una donna di 84 anni e due uomini di 76 e 88.

 

 

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