Bologna, 26 settembre 2024 – "In piazza a Faenza, l’altro giorno, gli alluvionati hanno portato una carriola di fango per ogni livello istituzionale, nessuno escluso – ricorda Michele de Pascale, sindaco di Ravenna e candidato governatore dell’Emilia-Romagna per il centrosinistra –. E’ questa la risposta che la Repubblica ha meritato. Speculare su quella piazza non fa che aumentare la rabbia della gente".
Quindi ha ragione il sindaco di Faenza a lanciare la disobbedienza istituzionale?
"Tutti conoscono Massimo Isola per l’equilibrio,con il suo gesto lui ha aperto un fronte. Da un lato chiede che non si faccia ripassare un cittadino che è stato alluvionato tre volte in poco più di un anno dalla trafila dei rimborsi del 2023, dall’altro di fare subito quelle espansioni che eviterebbero ai fiumi di esondare sempre nello stesso punto al di là dell’iter del piano speciale sul dissesto idrogeologico. Credo che la disobbedienza annunciata di Isola dovrebbe essere, invece, la norma".
Andiamo con ordine, partiamo dai cittadini: cosa si aspetta per i rimborsi?
"Una misura straordinaria per chi ha subito tre alluvioni. Qui si rischia che la gente cada sotto la soglia di povertà. L’anno scorso al Comune di Ravenna arrivarono donazioni molto importanti da aziende di rilievo del territorio, grazie alle quali siamo riusciti a dare anche 10mila euro a famiglia per i beni mobili, che intendevo come una sorta di anticipo dei ristori che sarebbero poi arrivati. Invece alla fine questo si è trasformato in una sperequazione: in altri comuni della Romagna le famiglie hanno avuto solo i 6mila euro stanziati dalla struttura commissariale, mentre a Ravenna alcune famiglie sono così potute arrivare a 16mila. Ecco, sarebbe giusto racimolare da tutti i conti delle donazioni, ad esempio, ciò che resta e darlo ai tre volte alluvionati".
Cos’ha pensato quando la premier Meloni annunciò agli alluvionati rimborsi al 100%?
"Personalmente mi sono fidato e avremmo applaudito comunque anche se avesse detto che rimborsava l’80%. Ma già dopo poche ore si era capito che il dialogo si era spostato dal piano delle relazioni istituzionali a quello politico".
Le critiche dei sindaci però sono bipartisan: Brisighella, in area Lega, ha criticato il governo, mentre Castel Bolognese, area Pd, ha puntato il dito contro la Regione e le sue strutture.
"Non mi stupisce, un sindaco parla per i suoi cittadini, indossa la fascia tricolore sempre. Io l’anno scorso ho preso una marea di insulti e ho avuto problemi anche io con le stesse istituzioni. Posso però dire una cosa: quando ho avuto problemi con la Regione abbiamo fatto anche 300 riunioni, risolvendo alcune criticità e altre no, mentre col governo sono fermo a giugno 2023. Dopo un primo incontro con la Meloni, poi un colloquio con Musumeci e Bignami più nulla. Ho mandato 10 lettere e parlo da sindaco, presidente della Provincia di Ravenna, delegato Anci e Upi: c’erano almeno tre motivi per chiamarmi, anche solo per dirmi che stavo sbagliando tutto".
Cosa si sta sbagliando, invece, sul fronte opere?
"Il piano speciale sul dissesto idrogeologico del commissario Figliuolo è fermo non sappiamo in quale ministero. Dice che servono interventi per oltre 4 miliardi con 12 anni di lavori sui fiumi dal bacino del Reno alla Romagna, ma non dice quali opere: indica ’solo’ le nuove portate d’acqua. Commissario, Governo e Regione convochino i sindaci per decidere quali opere fare e dove. Io non ho smanie di protagonismo, se non me perché sono in campagna elettorale convochino gli altri, ma si facciano subito almeno le espansioni dove si è visto che il fiume esonda nello stesso punto: se rompe un fiume, in Romagna, nessuno è al sicuro. Fornace Zarattini a Ravenna e Lugo est non sono vicine ad alcun fiume, ma andarono sotto comunque nel 2023".
Non era possibile avviare questi lavori con i fondi della somma urgenza?
"No, per ordinanza si potevano usare solo per riparare i danni subiti. Nessuna ’cassa’ era candidabile fino adesso. Ma se dobbiamo aumentare il ritmo delle opere, occorre che lo Stato o chi per lui ne faccia un ’pezzo’: non possono Comuni di appena 5mila abitanti essere per ordinanza i soggetti attuatori di interventi così complessi".
Cosa pensa dell’ipotesi obblighi assicurativi?
"È iniqua, una tassa piatta su tutti e nelle zone alluvionali i premi esploderebbero: la provincia di Ravenna è a rischio alluvionale all’80%, Ferrara al 100%, come si comporterebbero le compagnie qui? Le delocalizzazioni sono essenziali in alcuni casi, ma non sostenibili su larga scala. Ciò che serve subito sono grandi opere di contenimento in collina e montagna, e di espansione in pianura".