Michele Merlo, l’autopsia: "Accertare negligenze"

Oggi conferimento al medico legale, poi l’esame sul corpo di 'Mike Bird'. Il pm: "Stabilire eventuali errori dei medici e legami con la morte"

Michele Merlo, 28 anni, sulla sua morte è stata aperta un’inchiesta per omicidio colposo

Michele Merlo, 28 anni, sulla sua morte è stata aperta un’inchiesta per omicidio colposo

Bologna, 11 giugno 2021 - Un primo pezzetto di verità sulla tragica fine di Michele Merlo, il cantante 28enne morto domenica all’ospedale Maggiore per una leucemia fulminante, potrebbe arrivare già in serata. Oggi, infatti, il medico legale Matteo Tudini – il conferimento dell’incarico alle 9.15 in Procura – inizierà l’esame autoptico su ’Mike Bird’, il cui decesso ha portato il procuratore capo Giuseppe Amato ad aprire un fascicolo per omicidio colposo al momento senza indagati.

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Fascicolo affidato alla pm Elena Caruso che ora chiede al consulente di accertare se "vi sia stato un trattamento sanitario adeguato" (soprattutto durante i primi accertamenti all’ospedale di Vergato) e stabilire l’esistenza di una eventuale "negligenza o imperizia" da parte di qualche sanitario.

E nell’ipotesi, se tale abbia avuto un ruolo nella tragica fine dell’artista conosciuto prima a X Factor e poi protagonista al programma Amici . Parte opposta, gli avvocati della famiglia Merlo – Marco Antonio Dal Ben, Stefano Venuta ed Elisa Baldaccini –, che martedì avevano depositato ai carabinieri un esposto per chiedere verità, hanno nominato come consulente Anna Aprile dell’istituto di Medicina legale di Padova.

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L’agonia. "Vorrei un tramonto – scriveva Michele il 2 giugno su Instagram – ma mi esplode la gola e la testa. Rimedi?". Da qui l’agonia, iniziata con un primo viaggio al Pronto soccorso di Vergato dove è stato indirizzato al medico di continuità assistenziale (la guardia medica). I sintomi, secondo la denuncia dei genitori, erano febbre oltre 38, mal di testa, sangue al naso, un grosso ematoma sulla gamba. "Alle 15.50 – la ricostruzione dell’Ausl – il medico effettuava l’anamnesi, visitava il paziente riscontrando un quadro patologico dell’apparato faringeo, prescrivendo un antibiotico".  

L’esposto e l’Ausl. Ma una volta a casa la sua condizione era peggiorata, il giorno dopo la chiamata al 118 e l’ultimo viaggio verso il Maggiore. "Uno dei soccorritori – si legge dall’esposto – immediatamente accusava Michele di aver fatto uso di droghe, nonostante Luna (la fidanzata) negasse categoricamente. Addirittura il predetto la costringeva a guardare Michele perché doveva vedere come si riduceva chi fa uso di droghe".

Ad Audit terminato, il sanitario è stato messo per alcuni giorni in ferie forzata. L’accertamento interno ha "evidenziato alcune criticità sotto il profilo organizzativo rispetto all’ospedale di Vergato, – così l’Ausl – ma non di particolare gravità, confermando invece, in tutti i momenti, l’adeguatezza dei processi clinici e assistenziali". Intanto, data la tensione di questi giorni al nosocomio vergatese, domani esponenti della direzione Ausl vi andranno in visita, per sottolineare il proprio supporto.

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