Michele Merlo, si indaga sui contatti con i medici

L’autopsia: "Emorragia cerebrale provocata dalla leucemia fulminante". Il cantante vide altri camici bianchi prima di Vergato?

Michele Merlo

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Bologna, 12 giugno 2021 - Emorragia cerebrale in connessione causale con la leucemia fulminante. Eccolo il motivo della morte di Michele Merlo, il cantante 28enne scomparso domenica sera al Maggiore dopo quattro giorni di agonia. La prima risposta dell’autopsia, terminata ieri sul corpo di ’Mike Bird’, effettuata da Matteo Tudini, il medico legale nominato dal pubblico ministero Elena Caruso insieme al professor Antonio Cuneo, direttore dell’Ematologia dell’ospedale Sant’Anna di Cona (Ferrara). "E ora – spiega l’avvocato Marco Antonio Dal Ben – si cercherà di capire se qualcuno avrebbe potuto diagnosticare il problema prima dell’intervento del 118, ma soprattutto in occasione dell’arrivo di Michele all’ospedale di Vergato".

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Il 2 giugno con mal di testa, febbre superiore ai 38 – come denuncerà la famiglia dell’artista nell’esposto che ha portato all’apertura dell’inchiesta per omicidio colposo –, sangue al naso, un grosso ematona alla gamba. Dal Ps dell’ospedale lo indirizzarono al medico di guardia: "Ho fatto tutto quello che dovevo fare – così il sanitario al Carlino – e ho riferito ogni cosa ai miei superiori". Secondo l’accertamento aziendale "alle 15.50 – la ricostruzione dell’Ausl – il medico effettuava l’anamnesi, visitava il paziente riscontrando un quadro patologico dell’apparato faringeo, prescrivendo un antibiotico". L’Audit inoltre ha "evidenziato alcune criticità sotto il profilo organizzativo rispetto all’ospedale di Vergato, ma non di particolare gravità, confermando invece, in tutti i momenti, l’adeguatezza dei processi clinici e assistenziali".

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Il 3 Michele era finito al Maggiore dopo l’intervento del 118 a casa della fidanzata, il 6 il suo cuore aveva smesso di battere. La Procura, nel quesito richiesto al consulente, ora chiede di accertare eventuali "negligenze e imperizie" da parte di qualche sanitario, soprattutto in occasione del primo intervento di Vergato. Ma non solo. Michele, infatti, come è scritto anche nell’esposto della famiglia Merlo, aveva iniziato a stare male nei giorni precedenti al 2 ("non si sentiva bene già da qualche giorno e decideva di recarsi da solo al pronto soccorso di Vergato") e proprio in quei momenti potrebbe aver chiesto un consulto sanitario.

Ciò che gli inquirenti vogliono chiarire, per non lasciare nulla al caso, è proprio se prima di mercoledì 2 giugno l’ex cantante di Amici possa essersi rivolto ad altri camici bianchi per capire il perché del suo malessere. Il deposito del lavoro di Tudini è atteso tra 60 giorni, intanto nelle prossime ore la famiglia attende il nulla osta della salma: "Per poi procedere – chiude l’avvocato – con lo straziante ultimo saluto".

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